Secondo i dati Istat nel 2014, in Italia sono più di un milione gli individui che non hanno raggiunto la maggiore età e vivono in condizioni di assoluta povertà, la situazione è rimasta stabile rispetto all’anno precedente ma è notevolmente peggiorata dall’inizio della crisi. Le persone che vivono in difficoltà, sono più di 4 milioni, il 6,8% delle popolazione residente (60,4 milioni).Tra le misure allo studio del governo ci sono diverse ipotesi, o i sostegni diretti (come bonus) o indiretti (come l’aiuto ai genitori per trovare un lavoro). Con la crisi il numero di soggetti indigenti in Italia è più che raddoppiato, da 1,8 milioni del 2007 a 4,1 milioni del 2014. Le situazioni di difficoltà si concentrano al sud, dove si trova quasi la metà delle popolazione indigente (45,4%); al nord vive un’altra quota rilevante (38,5%), mentre al centro si trova il restante 16%. Le famiglie povere sono 1,4 milioni, pari al 5,7% dei nuclei residenti nel paese; rispetto al 2007 (quando erano 823.000). Le tipologie più esposte sono quelle con 5 o più componenti (16,4%) e quelle composte da stranieri: rispetto alle famiglie povere di italiani (4,3%), la percentuale risulta tre volte superiore nelle famiglie miste (12,9%) e di sei volte superiore nel caso in cui siano composte di soli stranieri (23,4%).I dati sulla povertà assoluta è notevolmente peggiorata per le famiglie con minori. La situazione è rimasta stabile nelle famiglie con anziani; anzi si registra una riduzione nel caso in cui sia presente un anziano (dal 5,4% al 5,1%), mentre dove sono 2 si registra un leggero aumento (dal 3,1% al 4%).Per i giovani l’incidenza della povertà assoluta è quadruplicata, passando dall’1,9% del 2007 all’8,3% del 2014.
Nella fascia immediatamente successiva (tra 35 e 44 anni) si è passati dal 3,2% al 7,2%; mentre per il gruppo tra 45 e 54 anni si è passati dal 2,6% al 6%. Seguono le persone tra 55 e 64 anni, che dal 2% sono salite al 4,5%; resta invece stabile il numero di persone in difficoltà over 65 (erano 4,8% e sono il 4,7%).A influire sulle condizioni delle persone è,anche, il titolo di studio: l’incidenza di povertà è passata dal 6,5% all’8,4% per i soggetti che non hanno alcun titolo di studio; l’aumento dei poveri è stato più accentuato tra i soggetti che terminato le scuole medie (dal 3,2% si è passati al 7,8%), mentre l’incidenza per chi ha un titolo superiore è oltre è passato dall’1,2% al 3,2%.
Alfredo Magnifico