Gli ultimi dati Istat sulle vendite confermano lo stallo dei consumi, negativo per l’intera economia,e si allarga sempre di più il gap tra la grande distribuzione e le piccole e medie imprese del commercio, con ulteriori rischi di perdita di occupazione e di desertificazione nei centri urbani. Il calo delle vendite a febbraio delle piccole superficie è l’ulteriore conferma che la crisi dei negozi non è terminata e la propensione al consumo delle famiglie non decolla.
La modesta ripresa riguarda solo la Grande Distribuzione Organizzata, e taglia fuori la maggior parte delle Piccole e Medie Imprese, che aspetta ancora interventi incisivi senza cui sarà difficile ripartire.
Dopo una crisi che va avanti da oltre tre anni era inimmaginabile che si potesse agganciare la ripresa in poco tempo.
I consumi rimangono deboli, e le piccole attività sono stremate: dal 2007 il commercio ha visto scomparire oltre 90mila imprese individuali o di persone, una perdita non compensata dall’aumento, nello stesso periodo, delle società di capitali.
Tra gli indicatori più significativi dello stato di crisi del sistema imprenditoriale c’è la lunghezza dell’arco di vita delle imprese che è andata sempre più accorciandosi: a dicembre 2014, la percentuale di imprese del commercio che è cessata entro i primi tre anni di vita è stata del 48,4%: nel 2004 era del 27,7%, quasi la metà.
Alfredo Magnifico