PNRR: 7 gli interventi previsti sulle mense scolastiche regionali, di cui 4 di nuova costruzione 76,80 euro è la spesa media che una famiglia molisana sostiene per la mensa scolastica
nell’anno in corso, rispetto agli 82 euro della media nazionale. La regione mediamente più
costosa è la Basilicata (109€ mensili) mentre quella più economica è la Sardegna (58€ nell’infanzia e 62€ per la primaria).
In Molise si va dai 3,00€ a pasto nelle scuole di Isernia ai 4,67€ di Campobasso.
A livello di singoli capoluoghi di provincia italiane, sono le famiglie di Barletta a spendere di meno per il singolo pasto (2€ sia per l’infanzia che per la primaria) mentre per l’infanzia si spende di più a Torino (6,60€ a pasto) e per la primaria a Livorno e Trapani (6,40€).
Fra le città metropolitane, soltanto Roma rientra nella classifica delle meno care, con un costo a
pasto per la famiglia “tipo” di circa 2,40€ in entrambe le tipologie di scuola. Questi i dati che emergono dalla VI Indagine sulle tariffe delle mense scolastiche, con la quale Cittadinanzattiva ha preso in esame le tariffe di tutti i 110 capoluoghi di provincia sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria. La famiglia di riferimento è composta da tre persone (due genitori e un figlio minore), ha un reddito lordo annuo di € 44.200, con corrispondente ISEE di € 19.900. Nel calcolo della quota annuale del servizio di ristorazione scolastica si è ipotizzata una frequenza di 20 giorni mensili per un totale di 9 mesi escludendo eventuali quote extra annuali e/o mensili.
L’analisi prescinde dal livello di qualità del servizio offerto che, purtroppo a causa della
pandemia, non è stato possibile monitorare attraverso la consueta indagine civica rivolta ai diversi attori ed utenti del servizio di ristorazione scolastica. L’Indagine completa è disponibile sul sito www.cittadinanzattiva.it.
Alcune proposte
Mense scolastiche come servizio essenziale e universale
Il servizio di ristorazione scolastica dovrebbe essere considerato non più a domanda individuale, facoltativo ed extrascolastico, ma rientrare nei livelli essenziali delle prestazioni, ai sensi dell’art.117 della Costituzione. Nel frattempo, è indispensabile ampliare le fasce di reddito per le quali è previsto l’accesso gratuito e uniformare le tariffe minime e massime, almeno per aree territoriali del Paese (Nord, Centro e Sud).
Nuove mense scolastiche
Estendere il pasto a scuola ad un numero sempre maggiore di bambini, soprattutto nelle aree del Sud, in quelle interne e ultra periferiche del Paese per favorire la permanenza a scuola, consentire un ampliamento dell’offerta formativa, contrastare la dispersione scolastica. Il PNRR ha previsto 1.000 (per ora ne conosciamo 600): obiettivo importante ma non sufficiente a colmare le lacune esistenti e a favorire il tempo pieno in modo equilibrato in tutte le regioni del Paese.
Mense scolastiche partecipate
Favorire in tutte le scuole l’istituzione della Commissione Mensa, con la presenza al suo interno di almeno un genitore di bambini che utilizzano le diete speciali, e dotare le stesse di procedure e strumenti specifici per valutare il servizio su tutto il territorio nazionale su indicatori comuni.
Più in generale, è auspicabile che le Linee guida per la ristorazione scolastica del Ministero della
Salute siano aggiornate con una frequenza periodica (es. 3-5 anni), previa consultazione anche
delle associazioni dei consumatori e delle reti delle Commissioni Mensa.
Qualità, sicurezza, sostenibilità dei menù
Il costo crescente del servizio ed i timori per una gestione poco sicura e non di qualità delle mense scolastiche, hanno favorito in qualche caso soluzioni “fai da te” (pasto da casa) sulle quali è essenziale avviare un confronto tra le parti, caso per caso, per risolvere le criticità che sono alla base di tali scelte e per favorire in ogni modo il pasto comune data l’importanza che esso riveste dal punto di vista educativo, sociale, alimentare.
Educazione e formazione per tutti
Realizzare programmi di educazione alimentare e corretti stili di vita in ambito scolastico, e
affiancare a tali programmi, iniziative informative-formative rivolte agli educatori, agli insegnanti, alle famiglie, a tutti gli attori che ruotano intorno alla mensa, al fine di provocare un cambiamento culturale profondo e l’adozione di comportamenti alimentari, individuali e collettivi, sani e sostenibili.
No al junk food nelle scuole
È nel potere delle scuole cambiare rotta su questi approvvigionamenti, scegliendo di inserire nei distributori solo prodotti freschi e naturali, possibilmente della zona.
DICHIARA JULA PAPA Segretaria Regionale Cittadinanzattiva Molise : Il Molise è al primo posto per obesità anche infantile, legate a disturbi alimentari e alla poca attività fisica. Per un corretto stile di vita sono fondamentali programmi di educazione alimentare che vedano coinvolti anche le famiglie.
Ma sono necessarie anche nuove politiche per garantire il servizio mensa a tutte le famiglie che non possono sostenere la spesa, pensiamo p.e alle persone migranti che non possono presentare l’ISEE, o casi di morosità.