Il bilancio consolidato del 2023 dell’INAIL, (Istituto di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro), approvato dal Consiglio di amministrazione vede 3,1 miliardi di avanzo il più alto di sempre, un record che si aggiunge ad un altro record: oltre 41 miliardi nel conto della Tesoreria, il salvadanaio dello Stato alimentato soprattutto da Inail.
Il maxi tesoretto Inail sorregge i conti pubblici, serve la Nazione, ma molto meno la missione per cui è nato: prevenire malattie, infortuni e morti sul lavoro, aumentati del 2-3% nei primi cinque mesi, come la stessa Inail ha appena certificato.
Più soldi ci sono lì, meno debito si deve fare, che significa meno aste di Btp, ai tassi attuali, un bel risparmio per il ministro Giancarlo Giorgetti, ma anche un’enorme anomalia.
La Corte dei Conti stigmatizza l’ Inail come bancomat di Stato: «Desta perplessità che il bilancio presenti un ingente ed improprio avanzo annuale, spesso superiore al miliardo, che poco si concilia con il perdurante fenomeno infortunistico».
Per assunzioni di ispettori, la prevenzione e la formazione dei lavoratori, Inail spende briciole, se paragonate all’avanzo enorme, è sotto organico di 1.900 unità, ha 190 ispettori contro un fabbisogno di 300.
Nel frattempo l’economia va, Pil e occupazione crescono: così i premi pagati da imprese e lavoratori che gonfiano le entrate Inail.
Gli indennizzi e le rendite, cioè le uscite, invece si abbassano, anche per tetti e franchigie poco generosi, introdotti nel tempo.
Gli incentivi a fondo perduto alle imprese che migliorano le condizioni di lavoro valgono circa 500 milioni, un’elemosina.
Il “bando Isi”, è così lento e burocratico che nessuno sa quanti di questi soldi arrivino alle aziende. Dal 2010 al 2023 sono andati a bando oltre 3,5 miliardi, meno della metà sarebbe stata assegnata.
Lo sconto in tariffa alle imprese virtuose, più fluido del bando Isi: vede appena 200 milioni, fermo da anni, meno di 30 mila imprese beneficiate l’anno scorso, su 2 milioni da coinvolgere, non si può alzare, se non si aumentano anche le tariffe. Nessun governo lo farebbe.
Le tariffe abbassate nel 2019 (di un miliardo e mezzo), un’inezia, ma per il sistema imprenditoriale sempre troppo alte rispetto a quanto Inail spende in prevenzione.
L’anno scorso Inail aumentò il budget per la formazione dei lavoratori, da 10 a 50 milioni, un’elemosina, pensare che la missione dell’ Inail è altra, dovrebbe investire in sanità, scuola, infrastrutture sociali, i soldi ci sono, 5 miliardi fermi per la sola sanità, mancano i progetti. ma il denaro non dorme e finisce nelle casse del Mef, il ministero dell’Economia che blinda i conti.
Inail ha abdicato alla sua missione reale ed è passato ad alimentare la cassaforte della Tesoreria e ad acquistare titoli di Stato, intanto i lavoratori continuano a morire nei cantieri e nei campi, ad infortunarsi, ad ammalarsi. La sanità non funziona. Le scuole cadono a pezzi. Gli ispettori del lavoro non hanno neanche il software per fare le buste paga, è pensare che al governo dell’Inail ci sono anche quei sindacati che ad ogni infortunio e ad ogni morte, sulle piazze si stracciano le vesti e nei consigli di amministrazione si lavano le mani .
Alfredo Magnifico