In nero 1,2 milioni di badanti

L’ufficio studi di Assindatcolf ha elaborato una ricerca e in un’audizione alla commissione Lavoro della Camera, la delegazione dell’associazione dei datori di lavoro domestico ha presentato i numeri elaborati nell’ambito dell’esame delle proposte di modifica al testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro in Italia i risultati; sei lavoratori domestici su dieci sono senza contratto e senza tutele, comprese quelle assicurative dagli infortuni, per un totale di 1,2 milioni di persone. Il settore, assieme a quello del lavoro domestico e della cura dei bambini, è caratterizzato infatti da un ampio ricorso al nero.

False cooperative, agenzie di somministrazione che operano senza autorizzazione, partite Iva aperte all’insaputa delle stesse lavoratrici, fino a stranieri che si improvvisano “ufficio di collocamento” per i connazionali, al di fuori di ogni regola.

Le forme dello sfruttamento e del lavoro irregolare nel settore domestico si stanno diversificando ed evolvendo rispetto alla classica “attività in nero” che pure resiste, e vedono sempre più spesso le famiglie non più tanto o solo come le prime beneficiarie dei “vantaggi” illeciti del sommerso, ma vittime esse stesse di nuove modalità di caporalato e insieme della scarsa lungimiranza della classe politica incapace di dare una risposta sul piano fiscale a uno dei nodi più intricati del welfare moderno: l’invecchiamento progressivo.

Assindatcolf rivendica la deducibilità di tutti i costi per le famiglie che favorirebbe rapporti regolari, invece anche nel Reddito di cittadinanza i nuclei sono stati esclusi dai bonus per le assunzioni,è urgente e non più rinviabile introdurre la totale deducibilità del costo del lavoro domestico per fare emergere il sommerso e garantire a tutti i lavoratori una giusta copertura assicurativa», convinta che «solo con questa precondizione si potrà parlare di ulteriori benefici contributivi o assicurativi».

Una badante convivente può arrivare a pesare per 17mila euro l’anno sul bilancio familiare così, per molte famiglie l’unica possibilità di far fronte a una spesa irrinunciabile è ricorrere al lavoro nero o grigio segnalando meno ore di quelle svolte

L’attuale governo ha insistito nell’errore, meglio il reddito di cittadinanza piuttosto che favorire l’occupazione, includere le famiglie tra i datori di lavoro che beneficeranno di un bonus se assumono un disoccupato, titolare di sussidio, sarebbe stato un’iniziativa intelligente se avessero previsto anche per le famiglie lo stesso beneficio per le aziende. quanto non solo la proposta è stata respinta per una presunta e ingiustificata mancanza di coperture non venendo incontro ai bisogni delle famiglie,  e al tempo stesso non si è favorita l’assunzione di disoccupati in un comparto, quello dei lavoratori domestici, dove non manca l’offerta.

Il paradosso è che, in tal modo, legislatori e governo finiscono per lanciare messaggi decisamente negativi: meglio disoccupati con il sussidio che badanti, meglio il ‘nero’ di un’emersione incentivata.

ALFREDO MAGNIFICO

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