Uno studio dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche IPSAD (Italian Population Survey on Alcohol and Other Drugs), ha rilevato quanto siano diffuse in Italia le esperienze legate ad episodi di violenza sulla popolazione femminile tra i 18 e gli 84 anni.
Sono oltre 12 milioni le donne che hanno subito almeno una volta un episodio di violenza fisica o psicologica, di queste, solo il 5% ha denunciato l’accaduto.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il termine “VIOLENZA” si riferisce “all’utilizzo intenzionale della forza fisica o del potere, minacciato o effettivo, contro sé stessi, un’altra persona o contro un gruppo o una comunità, che comporta o ha una elevata probabilità di comportare lesioni, morte, danno psicologico, malformazioni o privazione” (OMS, 1996), la definizione mette in luce quanto tale tipologia sia in grado di impattare sul benessere psicofisico della persona, sottolineando la necessità di approfondire e monitorare il fenomeno.
Sono oltre 2 milioni e mezzo le donne (10,1%) che, nel corso del 2022, riferiscono di vivere in situazioni di violenza psicologica, subendo da parte di persone vicine atti di controllo, denigrazione e umiliazioni; mentre 12 milioni (50,4%) hanno sperimentato questo tipo di violenze nel corso della propria vita, atti perpetrati da conoscenti/amici (34,2%), da familiari conviventi (25,4%) e dal partner (25,1%).
80.000 (0,3%) donne risultano vittime di violenza fisica, mentre circa 2 milioni (8,7%) hanno avuto esperienza di persone vicine che sistematicamente e ripetutamente, le “colpivano con forza o le trattenevano contro la loro volontà”, autori di questi atti di violenza fisica sono soprattutto familiari conviventi (46,9%) ed ex partner (35,6%).
Le vittime di episodi di violenza sono in gran parte donne con meno di 60 anni che hanno un livello di istruzione medio-alto, un lavoro e un reddito medio, coniugate o conviventi con il partner, oltre la metà ha figli.
Le donne che hanno subito episodi di violenza, psicologica o fisica si caratterizzano per la presenza di uno stato di malessere generalizzato, dichiarano livelli elevati di stress e/o difficoltà nel sonno, e maggiore propensione all’isolamento, bassa la percentuale di donne che denuncia l’episodio, nonostante il forte impatto che tali violenze assumono nella gestione della quotidianità, quando non la dimensione di vero e proprio pericolo.
Il 50,3% ritiene che l’atto non fosse perseguibile per legge; il 16,6% afferma di aver perdonato e/o giustificato il proprio aggressore; l’11,3% non voleva pensare più all’accaduto; il 9,8% non ha denunciato per vergogna; il 7,1% per paura dell’aggressore, il 6,8% per sfiducia nel sistema giudiziario e il 6,6% per paura di non essere creduta,
Questi dati indicano chiaramente quanto sia importante diffondere la conoscenza del fenomeno e sensibilizzare la popolazione per contrastare le tendenze a normalizzare dal punto di vista culturale le esperienze legate alla violenza-.
Alfredo Magnifico