Il presidente dell’Istat, Blangiardo, ha sottolineato che in Italia oltre 280mila imprese sono rimaste “spiazzate” dalla crisi del coronavirus e non hanno intrapreso finora nessuna contromisura.
Secondo il suo giudizio sembrerebbe complicata una risposta strategica e integrata alla crisi causata dall’emergenza sanitaria per un largo segmento di imprese, soprattutto le imprese di media e piccola dimensione, che apparirebbero sostanzialmente spiazzato ad una reazione propositiva e di rilancio.
Le strategie che dovrebbero essere messe in atto dalle imprese per far fronte alle conseguenze economiche dell’epidemia dovrebbero orientarsi verso diverse direttrici: riorganizzazione in termini di processi, spazi e tecnologia; gestione della forza lavoro; gestione della crisi di liquidità”.
Nel complesso più numerose delle imprese in ridimensionamento sono quelle in trasformazione; Il 23,2% delle imprese ha risposto alla crisi riorganizzando l’attività, con un’incidenza crescente all’aumentare della dimensione aziendale fino al 51,3% delle grandi unità produttive.
Strategie di contrazione dell’input di LAVORO sono invece indicate dall’11,8% delle imprese, soprattutto fra le micro e le piccole.
Circa un’impresa su tre fra le medie e le grandi prevede di accelerare la transizione digitale.
Alfredo Magnifico