La Caritas nel Rapporto 2020 su Povertà ed esclusione sociale in Italia, intitolato “Gli anticorpi della solidarietà”, evidenzia un incremento del 12,7% del numero di persone che durante la crisi Covid si sono rivolte per la prima volta alle strutture di assistenza, in maggioranza sono donne e famiglie con minori di nazionalità italiana.
Questi numeri lanciano l’allarme sul tempo di una grave recessione economica in arrivo e la conseguente nascita di nuove forme di povertà, come avvenuto dopo la crisi del 2008.
Nel periodo maggio-settembre del 2020, confrontato con gli stessi mesi del 2019, l’incidenza dei nuovi poveri per effetto dell’emergenza Covid passa dal 31% al 45%, quasi una persona su due, che si rivolge alla Caritas, lo fa per la prima volta.
Il rapporto chiama “tempo inedito”, gli interventi numerosi e diversificati della rete Caritas; nel 50,1% servizi e operatori sono stati identificati come la principale forma di aiuto e sostegno, concreto e psicologico, nell’emergenza Covid, “anticorpi”sono stati chiamati i volontari, l’ascolto e la solidarietà della comunità un esercito di giovani impegnati nel Servizio civile universale formato da 62mila volontari, 19 mila over 65 si sono dovuti fermare per ragioni di sicurezza sanitaria, mentre 5.339 hanno tenuto aperto i centri di ascolto che hanno fatto da supporto tecnico all’accompagnamento e orientamento delle misure previste dal Decreto “Cura Italia” e “Decreto Rilancio, permettendo a numerose persone e famiglie in difficoltà di poter accedere ai sostegni pubblici.
In 136 diocesi sono stati attivati fondi dedicati, per sostenere piccoli commercianti e lavoratori autonomi, con fondi specifici per le spese più urgenti (affitto degli immobili, rate del mutuo, utenze, acquisti utili alla ripartenza dell’attività).
Tra gli assistiti, in prevalenza disoccupati e persone che non godevano di ammortizzatori sociali e famiglie che rispetto alla didattica a distanza, erano nell’impossibilità di poter accedere alla strumentazione adeguata (tablet, pc, connessioni wi-fi).
Sono aumentati gli allarmi per le persone con “disagio psicologico-relazionale e problemi connessi alla “solitudine” e alle forme depressive.
In Povertà si ritrovano sempre più famiglie con minori, donne, giovani che dal precariato sono passati alla disoccupazione, il passaporto degli ultimi dice che i nuclei di italiani sono la maggioranza, il 52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno.
Durante il periodo di ripresa, tra giugno e agosto, è calato il numero degli assistiti: la media per diocesi è scesa dalle 2.990 persone, del periodo marzo-maggio, a circa 1.200.
Il Rapporto registra anche un calo dell’occupazione di circa 841 mila lavoratori rispetto al 2019, la disoccupazione diminuisce in favore degli inattivi, ovvero coloro che smettono di cercare lavoro.
Tra coloro che quest’ anno hanno chiesto aiuto alla Caritas anche “tanti piccoli commercianti e lavoratori autonomi: rispetto a questo fronte le Caritas diocesane hanno erogato sostegni economici specifici , sono stati attivati fondi utili a sostenere le spese più urgenti come affitto, rate del mutuo, utenze ecc., in tutto a fare richiesta di aiuto sono stati 2.073 commercianti e lavoratori autonomi.
Le misure richieste dai cittadini in difficoltà come sostegno al reddito: la più richiesta è il reddito di emergenza, ma il numero di domande accettate è più basso rispetto al bonus lavoratori domestici, all’indennità per gli stagionali e al bonus per i lavoratori flessibili.
Il Covid-19 ha messo in evidenza il carattere mutevole della povertà, stiamo entrando in una nuova fase nel nostro Paese, di fronte a questa situazione “inedita”, occorrono strumenti di analisi e di interventi adeguati al mutato contesto.
Alfredo Magnifico