Un’analisi del centro studi Impresa Lavoro che ha elaborato i dati forniti dalla banca d’Italia,sistema europeo delle banche centrali,Ocse ed Eurostat viene fuori che negli ultimi 10 anni la ricchezza detenuta sotto varie forme dalle famiglie italiane è crollata al punto tale da far registrare pesanti variazioni negative sui loro bilanci. A tanti proclami trionfalistici dei nostri governanti verrebbe voglia di dire; ma quale Italia cresce se oggi stiamo tutti peggio di prima?
Gli Italiani hanno perso un pezzo del loro Asset dovuto al negativo andamento dei mercati finanziari;con il crollo della quotazione dei titoli azionari e del valore delle obbligazioni e il calo dei depositi bancari, nello stesso periodo solo in Grecia è stata registrata una flessione superiore alla nostra (18,4%), sopra di noi la Spagna, con un aumento del 12,1%.
Nello stesso periodo le famiglie di alcuni Paesi dell’Europa dell’Est hanno raddoppiato i volumi della loro ricchezza mentre quelle residenti in economie più mature hanno registrato incrementi netti comunque considerevoli,infatti, rispetto a dieci anni or sono le famiglie tedesche sono più ricche di oltre 1.300 miliardi (+31,6%), quelle francesi di oltre 1.200 miliardi (+31,9%) e quelle britanniche di 1.900 miliardi di euro (+30%), l’incremento risulta molto rilevante anche in Olanda (+55,9%, pari a 800 miliardi) e in Svezia (+72,6% ovvero 500 miliardi).
Lo studio evidenzia per l’Italia una maggiore concentrazione della ricchezza nel Nord Ovest (scesa dal 35,2% del 2006 al 34,6% del 2014) e nel Nord Est (scesa dal 31,9% al 28,0%),mentre è rimasta sostanzialmente stabile nel Centro (dal 21% al 21,5%) ed è, invece, aumentata al Sud (dall’8,5% all’11,2%) e nelle Isole (dal 3,3% al 4,7%),si può invece osservare come quasi metà della ricchezza sia posseduta dai nuclei con un capofamiglia over 64 (negli ultimi dieci anni si passa dal 28,9% al 47,9%).
La ricchezza decresce con l’abbassamento dell’età del loro capofamiglia: dal 24,5% per la fascia d’età 55-64 anni al 2,6% per le famiglie guidate da un soggetto under 34 anni, segno inequivocabile della difficoltà delle ultime generazioni ad accumulare risparmi.
La ricchezza delle famiglie italiane, citata come un fiore all’occhiello del nostro sistema finanziario nonché come simbolo della laboriosità e della capacità di risparmio degli italiani, troppo spesso viene trattata dallo Stato come un bancomat al quale attingere spesso e volentieri.
A fronte di dichiarazioni trionfalistiche,secondo la quale la crisi è superata,la recessione alle spalle e il paese cresce, l’evidenza dei numeri forniti dice altro e cioè che; abbiamo una crescita inferiore a quella dei principali altri Paesi europei,una disomogenea distribuzione della ricchezza, sia per area geografica sia per classe d’età del capofamiglia.
L’ennesima conferma di come le attuali politiche del lavoro non riescano a garantire un volano per la crescita economica, penalizzando le giovani generazioni, quasi sempre messe nelle condizioni di non poter accumulare risparmi, viene fuori un quadro che le famiglie stanno sempre peggio,i cittadini non spendono e cercano di risparmiare per avere riserve aggiuntive per far fronte a nuove eventuali emergenze.
Alfredo Magnifico