In Italia, tra aprile e giugno, sono nate 1000 imprese al giorno mentre 670 chiudevano i battenti. Alberghi e ristoranti, commercio e agricoltura i settori che sono cresciuti di più in valore assoluto nel trimestre. Attività professionali, servizi alle imprese, sanità e, di nuovo, il settore del turismo e dell’ospitalità quelli che hanno mostrato la dinamica più brillante in termini percentuali.
E’ quanto emerge, in sintesi, dai dati diffusi da Unioncamere-Infocamere sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel secondo trimestre 2018.
Anche se positivo, il dato del secondo trimestre di quest’anno segna un rallentamento rispetto al 2017.
Il saldo attivo di 31.118 imprese è inferiore di quasi 5mila unità rispetto a un anno fa e riporta le lancette della natimortalità imprenditoriale al livello del 2012.
Del tutto simile la dinamica del saldo delle imprese artigiane. Il saldo positivo è comunque inferiore a quello dello stesso trimestre del 2017.
Il Bilancio dei Territori
Il saldo trimestrale fa registrare bilanci positivi in tutte le macro-ripartizioni. In particolare, il 38% dell’intero saldo è localizzato nel Centro-Sud (un terzo nella sola Campania: +4.071 unità, di cui 230 artigiane), e un altro 25% nelle regioni del Centro. In positivo anche i bilanci di tutte le 20 regioni italiane.
Il Bilancio dei Settori
Tutti i settori economici, tra aprile e giugno scorso, hanno chiuso il bilancio anagrafico in campo positivo. In termini assoluti, l’avanzamento più sensibile è stato quello delle attività di alloggio e ristorazione, seguite dal commercio e dall’agricoltura. In termini relativi, invece, la crescita più accentuata si è registrata nelle attività dei servizi alle imprese e in quelle dei servizi professionali, tecnici e scientifici.
Guardando al mondo artigiano, nel trimestre primaverile hanno fatto meglio le imprese dei servizi alla persona, delle costruzioni, e dei servizi alle imprese. In rosso le attività manifatturiere artigiane e dei trasporti e magazzinaggio.
l’andamento delle imprese molisane
La dinamica molisana ripropone la dinamica analizzata a livello nazionale rispetto all’andamento della natalità e mortalità delle imprese.
616 nuove iscrizioni, contro un numero di cancellazioni pari a 383: il saldo, per il II trimestre 2018, è positivo.
Il tasso di crescita rispetto al I trimestre 2018 è dello 0,66%, che colloca la nostra regione tra le prime in Italia per tasso di crescita, al quinto posto dopo Lazio, Puglia, Basilicata e Campania.
Crescita comunque inferiore allo stesso trimestre del 2017, che era pari allo 0,73%.
Analizzando le forme giuridiche delle iscrizioni e cessazioni nel periodo di analisi, ottime notizie per il Molise: la nostra regione si colloca al primo posto per tasso di crescita delle società di capitali (2,02% contro la media nazionale dell’1,20%, prevalentemente trainato dalla provincia di Campobasso che registra un + 2,30%).
Dato incoraggiante poiché le società di capitali, in quanto forme di impresa più strutturate, sono indice di una maggiore solidità e di una organizzazione più articolata del sistema produttivo.
All’interno delle società di capitali, boom per le società a responsabilità limitata semplificata: ben 122 iscrizioni sulle 194 iscrizioni totali di società di capitali.
Evidente la preferenza dei potenziali imprenditori molisani per le semplificazione connessa a questo tipo di società: la previsione di uno statuto standard non modificabile comporta l’assenza di costi di costituzione e di compensi per il notaio.
Dal fronte diametralmente opposto, si registra una decrescita dello 0,45% delle società di persone: dato in diminuzione spiegato soprattutto dalla cessazione di società in nome collettivo.
Tasso di crescita delle ditte individuali (+0,42%) stabile e vicino ai valori nazionali (+0,36%): 393 iscrizioni contro 298 cancellazioni registrate nel II trimestre 2018.
Riguardo all’andamento dei settori, in termini assoluti l’avanzamento più sensibile è stato quello delle attività relative all’agricoltura. In termini relativi, la crescita più accentuata si è registrata nelle attività dell’istruzione e della fornitura di energia elettrica e gas.
Saldo negativo, in termini assoluti, per i settori del commercio e delle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, che registra anche in termini relativi il risultato peggiore insieme alle attività di trasporto e magazzinaggio e a quelle artistiche e di intrattenimento ( -1%).