La pandemia e la guerra hanno reso il clima sociale più cupo e pessimistico, i giovani sono sempre più esclusi dalla vita attiva e spesso vengono apostrofati in malo modo, si parla dei giovani come fossero entità astratte e non nostri figli o nipoti, li ho sentiti apostrofati da Eminenze Grigie una volta; “Poltronisti, Choosy, fannulloni” un’altra “violenti, pessimisti” ma, sta ai giovani essere protagonisti, con la loro capacità di immaginare una società diversa, come forse l’abbiamo immaginata anche noi senza riuscire a realizzarla.
Le disuguaglianze sociali, le forme di schiavitù o di sfruttamento, le povertà familiari a causa della mancanza di occupazione o di un lavoro mal retribuito, sono realtà che devono essere superate e trovare una soluzione.
Occorre permettere che i giovani trovino spazio, che sia custodito e condiviso “uno spirito di gratuità”, che non perdano l’intraprendenza, preferendo scelte rassicuranti che non aiutano a vivere le novità dei tempi ma che siano consapevoli dei mutamenti sociali e soprattutto ne diventino attori principali.
Oggi i giovani e non solo, sono assoggettati a forme più o meno di sfruttamento, serve un vero movimento per i lavoratori, soprattutto se poveri e indifesi; per dare voce a chi non ha voce, recuperando quel senso di giustizia e di solidarietà, finito nel cestino dell’immondizia come lo scottex.
I vertici dei movimenti sindacali sono allo sbando, privi di attrattiva, serve che i Giovani lavoratori siano di casa nelle associazioni, si inseriscono nei gruppi e nei movimenti; che i loro problemi siano posti e presi sul serio; che la loro richiesta di libertà solidarietà, partecipazione possa essere ascoltata e tenuta in considerazione.
Il lavoro attraversa una fase di grande trasformazione che va accompagnata, le disuguaglianze sociali, le forme di schiavitù e di sfruttamento, le povertà familiari, a causa della mancanza di lavoro o di un lavoro mal retribuito, sono realtà che devono trovare non solo ascolto ma soluzione negli ambienti sindacali e politici, attraverso; coesione, partecipazione, contrattazione e concertazione.
Nessuno, mai, dovrebbe sentirsi escluso dal lavoro, serve promuovere il lavoro femminile, favorire l’ingresso dei giovani nel lavoro, con contratti dignitosi e non da fame, salvaguardare tempi e spazi di respiro per la famiglia, per il volontariato e per la cura delle relazioni occorre aprire un tavolo di concertazione per respingere ogni forma di sfruttamento!
I principi di solidarietà e sussidiarietà, correttamente coniugati, siano alla base di una società che include, ma soprattutto che non scarta nessuno e favorisca la partecipazione, per dare voce alle capacità, ai talenti che fioriscono, occorre liberare energie perché il bene comune sia frutto dell’impegno e della solidarietà tra tutti.
Alfredo Magnifico