Il divario occupazionale di genere in Italia resta critico

In Italia restano irrisolte “importanti sfide nel mercato del lavoro”, nonostante i numeri rilevano un tasso di occupazione nel 2023 da “record” il 66,3% anche se con “ancora 9 punti percentuali sotto la media Ue anche se “debole ma in miglioramento” e “particolarmente indietro nel sud (52,5%) e nelle isole (51,5%)”.

Il divario occupazionale di genere risulta in una “situazione critica” con il 19,5 punti percentuali, più del doppio della media Ue e “senza miglioramenti significativi nell’ultimo decennio”.

Lo afferma la Commissione Ue sottolineando la “sfida” della bassa occupazione di donne e giovani. L’Italia risulta, però, tra i “migliori performer” nel divario occupazionale della disabilità.

La Commissione nella Proposta di relazione comune sull’occupazione segnala che, sebbene, il tasso di disoccupazione italiana(7,7%) e la sua componente di lungo periodo (4,2%) siano diminuiti nel 2023, rimangono tra i più alti Ue, e rispettivamente in una “situazione da tenere d’occhio” e “critica”, segnala.

La bassa partecipazione al mercato del lavoro di donne e giovani, rimane una sfida alla luce della pressante sfida demografica.

Infine, il reddito familiare disponibile lordo pro capite indica una “situazione critica” poiché è ulteriormente diminuito al 94,0% in Italia nel 2023 rispetto al 2008 (la media UE è del 111,1%).

La situazione per i giovani mostra segnali di miglioramento, ma l’Italia deve affrontare sfide nell’apprendimento degli adulti.

Nel 2023 solo il 45,8% degli adulti italiani aveva competenze minime digitali di base.

Migliora la situazione dei giovani che abbandonano precocemente l’istruzione (-1%) e dei ‘Neet’ (-2,9 e all’11,2%, tra i tassi più alti in Ue).

Nel 2023, sia la quota della popolazione generale che dei bambini a rischio di povertà o esclusione sociale è diminuita, rispettivamente di 1,6 punti percentuali e 1,4 punti (“migliore della media”, “debole ma in miglioramento”, rispettivamente), guidata da una riduzione delle persone a rischio di povertà monetaria e di quelle che vivono in famiglie con un’intensità di lavoro molto bassa.

Ma al 22,8% e al 27,1%, entrambi i tassi rimangono al di sopra delle medie Ue.

Alfredo Magnifico

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