Un sondaggio di Prince’s Trust annuale NatWest Youth Index 2024, ha dimostrato oltre che l’aumento del costo della vita, più che essere un motore aggiunto per la ricerca di un lavoro stabile, è spesso l’ostacolo all’ottenimento di un lavoro, anche che l’aumento dei prezzi e l’inflazione gravano sulla salute mentale dei giovani in cerca di un lavoro, aumentano stress e ansie, spesso con terribili ricadute sulla carriera.
In Italia la situazione è peggio, da 30 anni gli stipendi sono fermi al palo, tra il 1991 e il 2022 i salari reali sono rimasti invariati, con una crescita dell’1%, contro il +32,5% dei Paesi Ocse, come dimostra il rapporto 2023 dell’ Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche.
Secondo il report, i disoccupati in cerca di lavoro non si possono permettere le spese legate all’uniforme, o all’abbigliamento d’ufficio, e al pendolarismo, abbonamento ai trasporti pubblici o costi per il rifornimento di gas e benzina della propria auto.
In Italia, l’ultimo rapporto Censis-Michelin 2018, dice che un pendolare percorre circa 28,8 km al giorno e impiega 57,5 minuti: tempo e risorse preziose che si perdono a causa degli spostamenti.
Secondo il report londinese la “Sfiducia nel denaro” ha raggiunto il livello più basso, mai registrato, negli ultimi15 anni, secondo lo studio oltre la metà degli intervistati teme di non essere mai finanziariamente sicuro e il pensiero del denaro è sufficiente per stressare oltre un terzo di loro.
Oltre il 60% teme che l’impennata del costo della vita gli impedisca di raggiungere la sicurezza finanziaria e la metà teme di non guadagnare abbastanza per mantenere una famiglia, il 45% dei giovani ha le stesse preoccupazioni; insicurezza finanziaria e pendolarismo, per cui la salute mentale peggiora
Nel Regno Unito, i giovani disoccupati si trovano spesso in un circolo vizioso; essere disoccupati è dannoso per la salute mentale, allo stesso tempo, la salute mentale ha un impatto sulle loro capacità lavorative.
Il 40% degli intervistati dichiara di soffrire di problemi di salute mentale, disturbi d’ansia, e un terzo teme che ciò impedirà loro di raggiungere i propri obiettivi di carriera, un giovane su 10 proveniente da ambienti più poveri quest’anno ha lasciato il lavoro a causa di problemi di salute mentale.
Numerosi studi scientifici parlano di come lo stress, legato al lavoro e al pendolarismo, abbia ricadute negative sulla vita dei lavoratori.
Le ore perse per gli spostamenti equivalgono a circa un mese in più di lavoro, il pendolarismo toglie ore preziose al sonno, alla vita personale e privata, allo sport, aumenta il senso di insoddisfazione.
Il report ha dimostra come l’attuale clima economico sta avendo conseguenze drammatiche sulla “fiducia, il benessere e le aspirazioni per il futuro” dei giovani aspiranti lavoratori, ad aiutare i giovani dovrebbero essere gli stessi datori di lavoro, diventando delle guide e non sfruttando i giovani pagando di meno, un altro aiuto potrebbe venire dallo Stato che dovrebbe garantire salari adeguati in base al costo della vita, magari stabilendo un salario minimo o un salario dignitoso dato che in molte attività i giovani sono pagati a meno di 7 euro lordi.
Individuare norme che garantiscano la possibilità dei giovani ad emanciparsi, piuttosto che far vivere il futuro del Paese in condizioni precarie.
Alfredo Magnifico