I giovani fuggono dal lavoro pubblico

Secondo l’analisi di Big Da, l’identikit di chi oggi si candida per lavorare nella Pubblica amministrazione ha tra i 30 e i 40 anni (41%), una laurea magistrale (38%) a indirizzo giuridico (43,3%) e un’aspettativa di crescita della retribuzione che, a giugno 2024, era di 3 punti percentuali inferiore a quella del settore privato.

L’indagine, riguarda tre nodi centrali per la PA: i concorsi pubblici, la retribuzione nella PA, e lo smart working, al centro, in questi giorni, della contrattazione sindacale.

Dal 2010 al 30 giugno 2022 sono 168 i bandi di concorso gestiti da Formez PA, per un totale di 47.448 posti messi a concorso, dal 2021 e fino a giugno 2022, il processo selettivo ha raggiunto un’intensità senza precedenti: solo nel 2021 sono stati indetti 105 bandi per oltre 30mila posti, contro i 18 del quinquennio 2010-15 quando sono stati banditi poco più di 1600 posti e i 24 del triennio 2016-19 con meno di 6mila posti.

Nel biennio 2021-22 sono state aperte 395 sessioni d’esame che hanno attirato 1,6 milioni di candidature e hanno registrato una partecipazione effettiva di 620.000 persone, di questi, 114.000 candidati hanno superato le prove, con un significativo numero di idonei pronti a entrare nei ranghi della Pubblica Amministrazione.

 La maggior parte dei concorsi è stata indetta dalle amministrazioni centrali, che hanno pubblicato il 71,5% dei bandi e offerto il 76,1% dei posti disponibili, mentre le amministrazioni locali hanno avuto un ruolo minore, con il 28,5% dei bandi e il 23,9% dei posti.

Nel periodo 2021-22, più di un posto su due è stato destinato a profili da funzionario (il 22,9% per i funzionari tecnico specialistici, il 19,2% per gli addetti all’ufficio per il processo e il 18,5% per i funzionari giuridico-amministrativi, solo 3mila posti per gli operatori data entry, poco più di mille per gli operatori amministrativo gestionale e altri mille per l’assistente amministrativo.

Nel reclutamento si ha una prevalenza della lingua inglese (99,1%) e delle tecnologie informatiche (97,5%).

Il 41,3% dei candidati nel periodo 2021-22, ha tra i 30 e i 40 anni e solo il 29,2% è under 30, un dato che ha a che fare con la scarsa attrattività del settore e dimostra che per la Gen Z il posto pubblico non è la prima scelta dopo la laurea.

Stando all’età media dei lavoratori nella PA (over 55), “è evidente che c’è anche un divario importante tra chi si candida e chi poi effettivamente entra in forze alla PA. Una parte, sicuramente, non supera il concorso, ma un’altra parte, altrettanto significativa, lo supera e rinuncia al posto.

Intorno al 20% anche la percentuale delle persone tra i 40 e i 50 anni che tentano la strada della PA, sotto al 7% i candidati over 50.

L’incidenza delle donne è maggiore di quella degli uomini, è più importante tra i candidati delle regioni del Nord (60,2%) e del Centro (61,6%), l’80% dei candidati è laureato: il 37,7%,  ha la laurea magistrale, il 20,1% la triennale e il 18,1% ha solo la maturità, netta prevalenza dei laureati in materie giuridiche (43,3%) seguiti da quelli in discipline economiche (17,3%), a fronte di una carenza per i titoli di informatica, statistica e matematica, che hanno tutti frequenze inferiori all’1%.

Aumentano gli occupati nella sanità e istruzione e diminuiscono nelle funzioni centrali e locali (-6,38% e -8,5%).

Gli impiegati della PA, non dirigenti, hanno una crescita della retribuzione contrattuale, molto inferiore, rispetto al settore privato: solo nel giugno 2024 c’è un +1,6% contro un +4,2%.

Con il Contratto collettivo delle funzioni centrali 2022/2024, siglato il 6 novembre, si è parzialmente recuperato questo gap, con incrementi medi pari a circa 160 euro mensili, mentre con gli stanziamenti previsti nella legge di Bilancio per il 2025, che permetteranno un rapido avvio della contrattazione per il triennio 2025/2027, si conta di recuperare significativamente tale differenziale.

Nella PA ci sono 500mila smart worker e si stima che nel 2025 ci sarà un aumento del 23%, nel 2023 erano 515 mila gli smart worker, ma nel 2024 c’è stata una flessione

Con due giorni a settimana di Smart Working il lavoratore della P.A. risparmierebbe 93 ore di viaggio e  250 euro annue.

Alfredo Magnifico

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