Draghi, se riuscirà a formare il governo non avrà vita facile per quel che riguarda il mercato del lavoro, vista la situazione che eredita anche seha, da prime dichiarazioni, riscontrato l’apprezzamento pressoché unanime delle parti politiche e sociali, consapevoli che questo tentativo rappresenta l’ultima spiaggia per evitare un pericoloso vuoto di potere nella fase più acuta dell’emergenza economica.
Lavoro e sanità rappresentano la priorità assoluta, la scadenza del blocco dei licenziamenti, il 31 marzo, con la consapevolezza di dover gestire una transizione dolorosa che, nella migliore delle ipotesi, comporterà una mobilità lavorativa di milioni di lavoratori verso nuove opportunità occupazionali, ammesso che il piano delle vaccinazioni e i provvedimenti anti-ciclici per sostenere gli investimenti, producano i loro effetti.
Le condizioni politiche, mentre scriviamo, dopo il primo giro di consultazioni, sembra consentano al Presidente incaricato di sciogliere positivamente la riserva e ottenere il voto di fiducia dal Parlamento.
Le politiche del lavoro del Governo Draghi potrebbero essere già state anticipate nei suoi interventi fatti nella veste di Presidente della Bce, riguardo all’importanza di integrare le politiche monetarie e finanziarie con quelle economiche e del lavoro, di adeguare i sistemi formativi per migliorare le competenze dei lavoratori e la loro occupazione.
Nel marzo 2020, in un lungo articolo pubblicato sul Financial Times, a seguito dei primi interventi adottati dai governi per contrastare la diffusione del Covid richiamava l’urgenza di ampliare il debito pubblico per sostenere; apparati produttivi e posti di lavoro colpiti dagli effetti della pandemia, il suo parere ha influenzato il cambiamento delle politiche economiche promosse dai governi nazionali e dalle istituzioni europee dei mesi successivi.
La sua posizione viene aggiornata in un documento elaborato da un gruppo di esperti ed economisti del G30, presentato da Draghi e da Raghuram Rajan, ex governatore della Bank of India, nel mese di dicembre 2020, nel quale si evidenziano i rischi di un utilizzo prolungato di risorse disponibili verso imprese a rischio insolvenza, con effetti perversi sull’utilizzo di risorse e sostenibilità degli indebitamenti pubblici, che invita a destinare progressivamente verso quelle economicamente efficienti.
Mario Draghi al Meeting di Rimini nell’agosto 2020, sottolineava gli effetti distorsivi di interventi rivolti a difendere apparati produttivi inefficienti e sussidi al reddito a oltranza, e di come questi interventi, necessari in condizioni di emergenza per creare ricadute positive su produzione e sicurezza formazione “debito buono”, rischiano di generare conseguenze negative per le giovani generazioni “debito cattivo”
Il Neo Presidente incaricato se parte da queste riflessioni, si può già intuire quale sarà il suo programma: forte investimento su ricambio generazionale, istruzione e ricerca, con il Recovery plan coerente con gli obiettivi del programma Next Generation varato dalle istituzioni dell’Ue.
Svincolato dalla pressione elettorali, con la possibilità di costruire una compagine di governo con elevati profili di competenza,forsi si possono rimediare le lacune ereditate nella proposta di Recovery plan approvata dal Governo uscente, e coinvolgere con più efficacia la partecipazione di regioni e parti sociali, ma non mancano difficoltà e trappole che potrebbero spargere convertiti dell’ultima ora all’europeismo.
Il Governo uscente lascia in eredità interventi di; sostegno a imprese, reddito per lavoratori e famiglie, destinato a ipotecare una notevole quota di nuove risorse, e accrescere il debito pubblico, per l’anno in corso parte di investimenti infrastrutturali pubblici e incentivazioni privati, rimangono in sofferenza, a causa di incapacità dell’amministrazione pubblica di spendere risorse in modo efficiente.
Il vero ostacolo si porrà su; blocco dei licenziamenti, come investire risorse per migliorare competenze e servizi di incontro tra domanda e offerta di lavoro e come rendere sostenibile la mobilità del lavoro per milioni di occupati coinvolti nelle riorganizzazioni della produzione e dei servizi.
Il bilancio 2020 del mercato del lavoro è drammatico ed eloquente; diminuzione del numero di occupati,- 440 mila, aumento di inattivi, mancate assunzioni di giovani e donne con contratti a termine e calo di apertura di nuove partite Iva.
Il crollo del comparto servizi e il crollo di nuove assunzioni, causa blocco dei licenziamenti, hanno penalizzato le persone in cerca di lavoro e generato esodi di personale dalle aziende (stima 500 mila unità) e le tensioni sociali.
Per Draghi sarà un compitodifficile riportare all’interno di un programma strutturale di riforme i provvedimenti adottati per il sostegno al reddito e incentivi per l’occupazione, ma non dovrebbe impedire a un Governo autorevole di renderli coerenti con il perseguimento di obiettivi generali perché svincolato da esigenze contrastanti di difendere i provvedimenti perché collegati a promesse elettorali.
L’introduzione dell’assegno unico previsto dalla Legge di bilancio 2021, a sostegno di minori e nuclei familiari fiscalmente incapienti e il ricondurre le politiche attive nell’ambito di una nuova governance condivisa con le regioni che preveda un potenziamento dei servizi per il complesso delle persone in cerca di lavoro, offrono lo spunto per una ragionevole riforma del reddito di cittadinanza.
Quota 100, per i pensionamenti anticipati, in scadenza a fine anno potrebbe essere sostituita con un sistema flessibile di età pensionabile agevolato per i lavoratori anziani che perdono involontariamente il lavoro in prossimità dell’età pensionabile.
Coinvolgere tutto il mondo del lavoro, (senza rendite di posizioni), per rafforzare gli interventi di politica attiva e contrattuali finalizzati alla crescita della produttività.
Il compito di Draghi non è impossibile ma è arduo, spero per lui si possano attuare le parole della “preghiera per la serenita” citate nell’ intervento al Meeting: “Signore, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, la saggezza di capire la differenza”. Auguri Presidente Draghi.
Alfredo Magnifico