Disparità sistemiche nei compensi a svantaggio delle lavoratrici da parte di Google che discrimina le donne, pagandole meno degli uomini. È l’accusa mossa nei confronti di Mountain View da parte di tre ex dipendenti che fanno causa al motore di ricerca, e cercano per la loro azione legale lo status di class action.Per Google si tratta di un duro colpo dopo lo scandalo dell’ingegnere licenziato per il manifesto sessista. A puntare il dito contro Google sono Kelly Ellis, Holly Pease e Kelli Wisuri. ”Esco allo scoperto per cercare di correggere il problema pervasivo di pregiudizio di genere all’interno di Google” dice Ellis, che ha lasciato Mountain View dopo l’assunzione di ingegneri uomini con esperienza simile per posizioni più pagate mentre a lei era stata negata la promozione. Il nodo dei salari discriminanti era già emerso nei mesi scorsi nel corso di un’indagine di routine del Dipartimento del lavoro, che aveva rinvenuto sostanziali differenze nei salari fra donne e uomini.
Google in qualità di contractor federale è oggetto di indagini periodiche per accertare il rispetto delle norme che vietano la discriminazione fra i dipendenti. Google aveva respinto seccamente le accuse, sostenendo che le sue analisi interne non avevano rinvenuto alcuna disparità e accusando il Dipartimento del Lavoro di non aver fornito alcun dato o condiviso la metodologia con cui era arrivato alle sue conclusioni. Di fatto Google in qualità di contractor federale è oggetto di indagini periodiche per accertare il rispetto delle norme che vietano la discriminazione fra i dipendenti.
Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, un’accusa pesante che alimenta le polemiche sulle discriminazioni nella Silicon Valley che, come Wall Street, vede le donne ‘relegate’ in posizioni di secondo livello con la finanza sempre più un ‘club per soli uomini”.