Gli imprenditori turistici molisani ripartono dal distanziamento sociale

Nulla sarà più come prima. Lo sanno bene gli operatori del turismo che a seguito della pandemia sono in stand by ormai da due mesi. In un video confronto organizzato on line dal manager Mino Reganato (Centrum Palace Hotel) fra professionisti del comparto alberghiero e della ristorazione, della formazione e del marketing, impegnati alcuni in ambito regionale, altri sul territorio nazionale, sono emerse le maggiori criticità, ma anche i possibili rimedi per una ripartenza. Non facile, in quanto senza precedenti.

Anche la crisi dell’11 settembre, che pure per un certo tempo aveva scoraggiato le persone dal mettersi in viaggio, si è detto, non impose nuove regole del gioco. Oggi, invece, per richiamare l’utenza negli alberghi e nei ristoranti occorre cambiare l’approccio col cliente, offrire servizi orientati alla salvaguardia della salute e avvalersi di personale adeguatamente istruito. 

Fabrizio Vincitorio, imprenditore del settore dal 2001, gestisce la struttura Cala Sveva a Termoli ed è determinato nel voler guardare avanti. Intervenuto nel dibattito ha precisato : “Siamo stati colti impreparati, ma mi conforta la circostanza che si tratta di un problema mondiale, perciò i vari governi dovranno individuare nuove strade percorribili. Intanto prima di intraprendere qualsiasi iniziativa per la fase due, ipotizzabile tra il 18 maggio ed il 2 giugno, aspettiamo le linee guida nazionali.

Al momento l’unico punto fermo sta nel distanziamento sociale che, relativamente all’albergo diffuso, si traduce nella riorganizzazione della sala colazione. Mentre per garantire un ambiente sano, nelle stanze e negli spazi comuni, piuttosto che ad una sanificazione giornaliera, improbabile, – ha dichiarato l’imprenditore  – penserei ad un addestramento peculiare del personale addetto alle pulizie. Senza tralasciare l’aiuto che potrà venire dalla app ‘Immuni’, quale patente di immunità, e dall’uso di dispositivi medici: mascherine, disinfettanti e termometri a distanza”.

Sulla stessa linea l’albergatore di Terracina, Marco Tammetta che aggiunge: “la paura blocca i consumi, quindi un ruolo importante assumeranno anche le strategie di comunicazione”. Mentre l’offerta di pacchetti turistici alternativi, con più attività da svolgere all’aria aperta, è la proposta di punta di Daniele Tuccelli, formatore e coach per la ristorazione di Roma.  Tira le fila del discorso Marco Zollo, manager  nella formazione del settore turistico per marketing e comunicazione.

“Il turismo come fatturato diretto – ha rimarcato il professionista – rappresenta il 13 per cento del PIL nazionale. Dunque il rilancio di un  settore così influente dell’economia italiana passa per tre step imprescindibili. Protocolli certi e credibili. Facilità di accesso al credito. Interventi mirati per richiamare i turisti”. 

Ed è proprio  in funzione della domanda che ruoterà tutta la riorganizzazione dell’accoglienza. Le buone idee non mancano a fronte della necessità di attenersi a nuovi comportamenti.

        Rossella Salvatorelli 

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