Il ripetersi di eventi estremi sono costati all’agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. Lo rivela la Coldiretti in occasione della Giornata della Terra, che si celebra ogni anno il 22 aprile.
L’accordo sui cambiamenti climatici, afferma la Coldiretti, viene raggiunto in un 2021 che si classifica fino ad ora al nono posto tra i più caldi mai registrati nel pianeta, con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.
Parliamo di numeri che emergono dall’analisi della Coldiretti divulgata in occasione dell’accordo tra Parlamento europeo e gli Stati membri dell’UE sull’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica “almeno” del 55% entro il 2030, sulla base delle elaborazioni dei nuovi dati relativi al primo trimestre 2021 della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre, che registra le temperature mondiali dal 1880.
La situazione è preoccupante anche in Europa dove la colonnina di mercurio nel trimestre è stata superiore di ben 1,46 gradi rispetto alla media storica. In Italia invece la temperatura è stata più alta di 0,73 gradi ed entra nella top ten dal 1800, secondo l’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi ai primi tre mesi dell’anno.
Il cambiamento climatico si è manifestato con una evidente tendenza alla tropicalizzazione che, continua la Coldiretti, si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli.
“Nell’ambito della tutela dell’ambiente – precisa il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – rientra anche la protezione del territorio e del suolo in senso più ampio e in quest’ottica, come Coldiretti Molise, pochi giorni fa abbiamo denunciato il pericolo dell’istallazione di parchi eolici e fotovoltaici sul territorio bassomolisano che interesserebbero centinaia di ettari di terreni, molti dei quali oggi coltivati. Tali impianti, dietro la giustificazione di produrre energia “pulita”, rischiano di modificare radicalmente questi territori in maniera irreversibile con gravissime conseguenze sia per l’ambiente che per l’economia locale. Per questo Coldiretti Molise torna a chiedere alla Regione una mappatura del territorio che stabilisca in maniera certa quali aree possano essere destinate a siffatti insediamenti energetici”.