Egregio Direttore,
le problematiche che affliggono il sistema di formazione professionale molisano sono molteplici, come Lei ha sottolineato. Non voglio soffermarmi, però, su quegli aspetti molto gravi che attengono ad una gestione del sistema regionale della formazione professionale di tipo clientelare. Né, tantomeno, con questo contributo intendo dare delle soluzioni: sarebbe presuntuoso da parte mia. Voglio, per adesso, esclusivamente dare qualche elemento informativo in più per cercare di capire meglio i connotati di questo sistema.
Da dove partire?
Partiamo dall’identificare gli “attori” di questo SISTEMA.
1) In primo luogo, gli enti di formazione professionale accreditati.
L’elenco aggiornato al 31 agosto 2014 pubblicato sul sito regionale, ne conta 45. Qualcuno di questi ha chiuso i battenti da diversi mesi, ma in Regione nessuno se n’è accorto; altri 8 sono accreditati “in fase provvisoria”; provvisorietà che dura, oramai, da due anni, da quando, cioè, è stato approvato il vigente dispositivo di accreditamento (D.G.R. 533 dell’8/8/2012). Eppure fino al 30 giugno u.s. vi era una task force di tutto rilievo, almeno numericamente, che si occupava della questione; infatti tra dirigente, capo-ufficio e collaboratori forniti dalla società di consulenza (che viene pagata fior di milioni di euro per supportare la Regione Molise ), erano in nove; ci sembra un numero congruo per garantire trasparenza, efficienza ed efficacia del servizio.
Ma torniamo all’Elenco. Qui bisogna distinguere i cosiddetti enti del “consolidato”; quegli enti, cioè, che hanno alle proprie dipendenze uno o più Operatori iscritti al cosiddetto “Albo Regionale degli Operatori degli Enti convenzionati” (assunti a tempo indeterminato ed in servizio alla data di entrata in vigore della L.R. 10/95), dagli altri organismi che non hanno il “privilegio” di avere tra i loro dipendenti tali operatori.
Questa è una discriminate importante, e poi si vedrà il perché.
La qualità del lavoro di questi enti, certamente, si misura sul numero di allievi formati che riescono a trovare un posto di lavoro, come evidenziava lei nell’articolo dell’altro giorno, però a fare “cilecca” da questo punto di vista non sono solo loro, sono anche le scuole professionali, l’università, etc..
Oltre a quelli iscritti nell’Elenco, ci sono poi, un’altra decina di enti che operano in regione senza essere accreditati, ma non chiedono soldi pubblici.
2) Il secondo “attore” sono gli Operatori iscritti al famigerato Albo. Ne sono 75. Alcuni vicini alla pensione, altri invece, hanno ancora una lunga carriera davanti.
Essi, a norma di legge (comma 2 dell’art. 27 della L.R. 10/95), se non sono “impegnati in attività presso l’ente di appartenenza vengono utilizzati presso altri soggetti gestori nell’ambito territoriale previsto dal C.C.N.L. di categoria”.
Questi lavoratori, appunto, non essendo impegnati in attività corsuali presso i propri enti, sono stati utilizzati nei decenni precedenti (e lo sono tuttora), in attività di supporto alla formazione professionale (orientamento, ricerche, studi, tirocini, etc.) ed in altre attività di supporto ai Servizi della Regione Molise attraverso strumenti come i “Progetti Ombrello”, il COMPAL, l’Agenzia Molise Lavoro o tramite convenzioni dirette tra la Regione Molise e gli enti del cd. “consolidato”.
Attualmente e fino al 30 settembre, risultano impegnati ad implementare il “Sistema Regionale di Orientamento Permanente” (che è partito il 1° aprile di quest’anno per un costo che si aggira intorno agli 850.000,00 €) approvato con D.G.R. n. 107 del 18/3/2014.
Tutti progetti molto ambiziosi, che avrebbero dovuto migliorare di molto la qualità del sistema di istruzione e formazione professionale molisano, non foss’altro per le cifre spese. Anche perché, tra l’altro, ai 75 iscritti all’Albo se ne sono aggiunti un’altra ventina che sono di supporto ai primi.
Quello che riesce difficile da capire è come mai gli enti del “consolidato”, che con la determinazione del Direttore Generale n. 60 del 17/2/2010 si sono visti attribuire finanziamenti “potenzialmente gestibili” di svariati milioni di euro (un ente, per es., 1.158.806,60 €, un altro 840.329,42 €, un altro ancora 794.740,44 € in una prima fase e altri 2-300.000,00 € in una seconda fase, altri più di 500.000,00 € a testa) non hanno richiamato i propri dipendenti “iscritti all’Albo” per far svolgere loro le attività finanziate dalla Regione, ma li hanno lasciati ad occuparsi del supporto alle attività di formazione professionale (e non), nell’ambito del “Sirio Driving Forces” che, nel frattempo, costava alla Regione Molise diversi milioni di euro. Eppure la legge regionale già citata parla chiaro, solo se “non sono impegnati in attività presso l’ente di appartenenza”, possono essere utilizzati in altri compiti.
Tra l’altro, gli enti del “consolidato”, oltre a vedersi pagare i dipendenti impegnati nei progetti suddetti (in faccende, quindi, che non erano quelle per cui li avevano assunti), potevano usufruire anche del pagamento di una quota parte (30%, 50%, altro) delle spese di gestione, alla faccia di quegli enti “non consolidati”, che devono fare i salti mortali per pagare le bollette, gli stipendi e quant’altro.
C’è da dire, però, che gli enti del “consolidato” hanno più volte dichiarato, anche pubblicamente, che loro sono pronti a licenziare gli Operatori impegnati nelle attività di supporto se la Regione non provvede a rifinanziarle. Siccome nel 90% dei casi gli enti di formazione professionale, giuridicamente, sono costituiti sotto forma di associazioni non riconosciute, gli Operatori se venissero licenziati, non potrebbero usufruire neanche degli ammortizzatori sociali, in quanto i loro datori di lavoro non hanno i requisiti necessari.
Non è una soluzione, ma un suggerimento agli Enti: non potete trasformarvi in qualcosa di diverso? E la Regione Molise non può costruire un percorso in questo senso?
3) Veniamo, così, al terzo ed ultimo “attore”, l’Assessorato Regionale alla Formazione Professionale.
Abbiamo detto all’inizio che non vogliamo parlare degli aspetti legati al clientelismo. Ma è chiaro che se le contraddizioni evidenziate prima sono vere, la Regione Molise ne è complice.
L’Assessorato si occupa di tali questioni attraverso il Servizio “Sistema Integrato dell’ Istruzione e della Formazione Professionale”.
Attualmente si avvale di un organico composto di sole 4(?) unità chiamate a far fronte con estrema difficoltà nonostante l’ausilio di collaboratori a progetto ad una ingente mole di lavoro, ulteriormente complicata/appesantita da procedure di concessione e controllo inutilmente farraginose. Pertanto, sarebbe opportuna una gestione più efficiente ed efficace attraverso procedure semplificate tale da consentire uno sgravio sia per la macchina regionale che per gli operatori del settore.
Si potrebbe impegnare così, il personale in una più proficua attività di controllo e vigilanza ad oggi obiettivamente “carente”.
… et dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur… (naturalmente T. L.)
Gisberto Manes
Istituto Politecnico “Keplero”