Formazione Professionale/ Interviene Angelo Spadanuda

Egregio Direttore,
il dibattito che si è aperto attorno al suo articolo sulle problematiche del Sistema Molisano di Istruzione e Formazione Profesionale merita di essere seguito con attenzione. Dopo che lei ha “lanciato il sasso nello stagno”, si sono susseguiti una serie di interventi e comunicati stampa molto interessanti da parte di operatori del settore, sindacalisti, etc. Tranne la sindacalista, tutti erano d’accordo sul fatto che i soldi dell’FSE non possono essere più spesi per pagare quegli “Operatori della formazione professionale non utilizzati in attività formative dell’ente di appartenenza”. L’intervento degli 11 enti della provincia di Campobasso (che fanno parte del “non consolidato”) aveva una sua organicità, un suo spessore, era pieno di encomiabili auspici, forniva qualche ipotesi operativa per risolvere i problemi del sistema regionale della formazione e dell’istruzione professionale, dando anche delle indicazioni interessanti sulla vision del sistema; ma non è sufficiente (anche perché non saprei dire quanti degli Enti firmatari del documento fossero consapevoli del contenuto dello stesso).
Non sono convinto, per esempio, che trasformare il sistema di accreditamento da generalista a specialistico rappresenti una soluzione. Se parliamo di tipologie formative, non è che se un ente fa solo la formazione superiore e non l’obbligo formativo, migliora la qualità dell’offerta; se parliamo, invece, di una specializzazione settoriale degli Enti, si aprirebbe, secondo me, una “guerra senza confini” per specializzarsi nei settori più appetibili: informatica, socio-sanitario, etc.
Anche nell’intervento dell’anonimo operatore non ho trovato tracce di soluzioni possibili. Infatti, stringi-stringi, oltre a dire che occorre maggiore concertazione e che la figura del “progettista/analista dei fabbisogni formativi” prevista dal dispositivo regionale di accreditamento è superflua, non intravedo altre proposte concrete.
Preciso che tutte le analisi di tutti gli intervenuti sono condivisibili e accettabili, però dobbiamo fare un passo avanti e proporre una “piattaforma” di cose fattibili per uscire dal tunnel in cui l’istruzione e la formazione professionale molisana è finita.
1) È chiaro che il problema fondamentale è quello dei 75 (+15) Operatori della formazione professionale, e io non sono assolutamente in grado di fornire una soluzione.
Per quanto può valere il mio parere, anch’io ritengo che questi Operatori non possono più essere caricati sull’FSE nelle forme in cui lo sono stati finora (vedasi intervento del Prof. Manes), per cui il primo passo è che debbano tornare presso i loro Enti di appartenenza (che nel frattempo non possono rimanere, giuridicamente parlando, “associzioni non riconosciute”) e che se non è possibile utilizzarli nelle attività formative, come è del tutto evidente, occorre costruire per loro un percorso ad hoc di fuoriuscita dal sistema regionale di IeFP, sapendo che questo può avere esiti dolorosi.
La Regione Molise deve farsi carico della problematica in modo che il loro costo non gravi più sull’FSE, ma sul sistema di ammortizzatori sociali nazionale e regionale. In questo percorso devono essere coinvolti i loro Datori di lavoro e i Sindacati. Altrimenti, “il rifinanziamento del progetto Sistema Regionale di Orientamento Permanente” non rappresenterà “un primo tassello di una riforma complessiva ed offrire la possibilità di studiare i processi generali che dovranno riguardare l’intero settore”, come dice la sindacalista della UIL, ma rappresenterà la fine definitiva della formazione professionale in Molise. Novanta Operatori della F.P. costano tantissimo; costano alla Regione Molise come costeranno agli Enti dove faranno ritorno. Questi, per la prossima programmazione, non avranno tanti corsi a catalogo e, quindi, tanti soldi da gestire come in quella 2007/2013, sia perché le risorse dell’FSE sono drasticamente calate, sia perché sarebbe opportuno e auspicabile che le risorse e le attività formative siano indirizzate, prima di tutto, a integrare, consolidare e ottimizzare la strategia che l’Unione Europea ed il Governo Italiano hanno messo in campo con il Programma “European Youth Guarantee”.
2) L’altro problema riguarda il sistema di accreditamento degli Enti di f.p., che è regolato dal dispositivo approvato con DGR 533/2012 e che rispecchia quasi totalmente l’Intesa Stato/Regioni sancita nel marzo del 2008.
Pur essendo state introdotte alcune novità significative rispetto alla normativa precedente, il nuovo dispositivo non ha consentito quell’ulteriore salto di qualità richiesto ai singoli organismi formativi, sia dal punto di vista strettamente didattico-formativo che per quanto riguarda il ruolo di “orientamento”, di “presenza stabile”, di “realtà sociale visibile e riconoscibile”, di “antenna”, di “sentinella”  rispetto alle esigenze che emergono dal territorio, come possono esserlo una scuola, una sede del sindacato ed altre realtà simili.
Se è vero che dal punto di vista logistico, igienico e della sicurezza degli ambienti di lavoro, nel corso degli anni, sono stati fatti progressi enormi e che occorre continuare su questa strada, è anche vero che l’adeguatezza dei locali e degli ambienti non è un punto di arrivo, ma di partenza…
3) Come è stato fatto per gli aspetti di natura logistica (nel 2007 quasi tutte le procedure  e la documentazione relative alla sicurezza erano autocertificate), così bisognerebbe porre mano alla questione “dell’assicurazione della qualità del servizio formativo prestato” da parte del singolo organismo (che va oltre il possesso di un certificato di qualità o di un sistema di procedure formalizzate) e del sistema regionale di istruzione e formazione professionale nel suo insieme.
Il primo passaggio potrebbe essere quello del recepimento della “Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009, sull’istituzione di un Quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell’istruzione e della formazione professionale”.
L’obiettivo della Raccomandazione è quello di istituire uno strumento (l’European Quality Assurance Reference Framework-EQARF) che permetta di promuovere e monitorare il miglioramento costante dei sistemi di istruzione e formazione professionale (IeFP) sulla base di criteri comuni.
4) La carenza di personale presso l’Assessorato alla formazione professionale è un altro elemento su cui riflettere. Al “Servizio Politiche per l’Occupazione”, per esempio, sono assegnate 13 persone (oltre ai Responsabili di Ufficio) che sono operative presso la sede di Campobasso; mentre, presso il  Servizio “Sistema Integrato dell’Istruzione e della Formazione Professionale”, presso la sede di Campobasso, il numero di personale assegnato è pari a zero. Questo ha come conseguenza, come faceva notare sempre il Prof. Manes, che i progetti relativi ai corsi “liberi” (autofinanziati) da dicembre 2013 non vengono valutati.
5) Anche per questo motivo vi è la necessità di approvare un nuovo regolamento per la gestione dei corsi autofinanziati, che attualmente sono regolamentati dalla D.G.R. 632 del 04/03/1996 e da altri dispositivi successivi, senza un approccio organico al problema.
In questo contesto occorrebbe anche provvedere al recepimento di una serie di accordi e di normative che potrebbero ampliare l’offerta formativa da parte degli enti di formazione:
Recepimento dell’Accordo Stato/Regioni riguardante gli Standard Professionali e Formativi del Tecnico Meccatronico delle autoriparazioni;
Recepimento del documento sullo standard formativo per l’attività di installazione e manutenzione straordinaria di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili (FER) approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome;
Recepimento della disciplina dell’attività professionale di tintolavanderia (Legge 84/2006);
Recepimento degli Accordi Stato/Regioni per la formazione in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. In questo senso andrebbero modificate anche le DD.G.R. n. 218/2007 e n. 1117/2007 e alcune parti della Direttiva per l’attuazione dell’Accordo Stato-Regioni del 22/02/2012 approvata con le DD.G.R. n. 538/2012 e n. 173/2013.
Inoltre, occorrebbe mettere mano alla:
-Predisposizione (e gestione) del Registro Regionale Informatizzato per gli operatori abilitati alla conduzione di macchine ed attrezzature previsto nell’ambito dell’Accordo Stato/Regioni del 22/02/2012;
-Verifica dell’Elenco regionale dei Responsabili e degli Addetti al Servzio di Prevenzione e Protezione;
-Definizione degli standard formativi per le figure della sicurezza;
-Individuazione di progetti formativi sperimentali che prevedano l’utilizzo delle modalità di apprendimento e-learning anche per la formazione specifica dei lavoratori e dei preposti;
-Effettuazione del monitoraggio delle iniziative formative attivate nel campo della sicurezza e loro modelizzazione;
-Predisposizione della modulistica per le certificazioni da rilasciare;
Etc..
6) Infine, “the last, but not least”:
Effettuare la rivisitazione del Sistema Regionale delle Qualifiche Professionali e del Sistema di valutazione e certificazione delle competenze;
Provvedere alla integrazione del sistema di istruzione e formazione professionale, al raccordo tra i percorsi formativi, etc.;
Fornire indicazioni per i passaggi tra apprendimento formale, non formale ed informale.
Sono consapevole che queste proposte non risolveranno tutti i problemi della formazione professionale molisana, ma se vengono messe a punto (insieme ad altre che sono state fatte) in maniera organica e coordinata e secondo un approccio e un metodo che l’Assessore ha inaugurato in altri settori di sua competenza (vedasi il “sociale”), ritengo che esse possano rappresentare quella cornice indispensabile per dare un respiro più ampio a tutto il sistema dell’IeFP della nostra regione.

Cordialità,
Angelo Spadanuda

Risponde Pietro Colagiovanni

Una breve risposta, una semplice chiosa. Ringrazio caldamente Angelo Spadanuda,   Gisberto Manes e tutti coloro numerosi che hanno voluto partecipare al dibattito lanciato da queste colonne sulla formazione professionale. Il sasso nello stagno da me lanciato ha avuto un effetto catartico e gli interventi, approfonditi, interessanti e dettagliati sono di conforto a chi ostinatamente crede, come il sottoscritto, in un Molise migliore. Ho addirittura registrato come  qualche furfante della formazione professionale, furfante che non abbiamo ovviamente ospitato sul nostro sito, abbia cercato di rifarsi una verginità utilizzando proprio il dibattito da noi sollevato. Ci può stare anche questo, evidentemente abbiamo colto nel segno. Rimando  ad un prossimo articolo una più profonda riflessione su quanto soprattutto Angelo, Gisberto hanno detto nell’auspicio che la formazione professionale molisana possa diventare davvero un lievito per una società oggi impoverita e impaurita.

Commenti Facebook