I risultati che emergono da una analisi condotta dall’Ufficio studi della Cgia in merito alla comparazione del Pil italiano riferito al biennio 2020-2021 dicono che, a livello pro capite, l’anno scorso ogni italiano ha perso mediamente 2.600 euro di reddito, mentre quest’anno ne riguadagnerà poco meno di 1.400, a fronte di una caduta che parrebbe attestarsi nel 2020 al 9,9% , nel 2021 il Pil dovrebbe tornare a crescere del 4,1%, nel biennio 2020-2021, il saldo sarà negativo, pari a poco più di 1.200 euro.
Traducendo questi dati in valori assoluti e nominali, emerge che nel 2020 la crisi ha bruciato 156 miliardi di euro di ricchezza.
Durante il 2021 dovremmo risalire la china e recuperarne 83, con saldo negativo nel biennio di 73 miliardi, quest’anno, quindi, assisteremo a un rimbalzo dell’economia che ci farà recuperare una parte della contrazione registrata nel 2020.
Si può ipotizzare che si tornerà a una situazione pre Covid non prima del 2024, sarà, decisivo spendere tutti e bene i 209 miliardi di aiuti che ci arriveranno dall’Unione Europea, altrimenti, rischiamo che il nostro Paese finisca su un binario morto e la crisi economica in atto si trasformi in una crisi sociale senza precedenti, a pagare il prezzo più alto saranno i più deboli; giovani e donne.
Secondo le stime elaborate, nel novembre scorso, dalla Commissione Europea, tra gli indicatori economici italiani destano preoccupazione i consumi delle famiglie, che costituiscono la componente più importante del Pil nazionale (circa il 60% del totale), nel 2020 subiranno una contrazione importante.
In termini assoluti le famiglie ”risparmieranno” 110 miliardi di euro (-10,5% rispetto al 2019), di conseguenza, ogni famiglia italiana ridurrà la spesa annua per gli acquisti di circa 4.400 euro.
Nel 2021 la ripresa sarà del +3,8%, più preoccupante è il trend degli investimenti, nel 2020 sono destinati a crollare del 13,6%, mentre per l’anno in corso è previsto un aumento del 7,2%, le esportazioni subiranno un tracollo, nel 2020 si stima una caduta del 16,7% che solo in parte verrà recuperata quest’anno, le previsioni di Bruxelles, indicano per il 2021 una crescita delle nostre vendite all’estero del +10,3%.
In linea generale, concludono dalla Cgia, “la gravità della situazione emerge in maniera ancor più evidente se paragoniamo l’attuale situazione economica con quanto accaduto nel 2009, annus horribilis dell’economia italiana degli ultimi 75 anni, allora, il Pil scese del 5,5% e il tasso di disoccupazione, nel giro di 2 anni, passò dal 6 al 12%, se le cose andranno bene, nel 2020 il Pil diminuirà del 10%.
Con un crollo quasi doppio rispetto a quello registrato 12 anni fa, è evidente che una caduta verticale del genere avrà degli effetti negativi sul mercato del lavoro. Quando verrà meno il blocco dei licenziamenti, previsto il prossimo 31 marzo, corriamo il rischio di vedere aumentare a dismisura il numero delle persone senza occupazione, problema che colpirà soprattutto giovani e donne.
Alfredo Magnifico