Economia/ Le imprese molisane: impatto negativo da Covid-19 ancora per 1-2 anni

Secondo l’European Payment Report di Intrum, per molte aziende in regione aumenterà il rischio di ritardi o mancati pagamenti e si corre ai ripari facendo meno debito. In Europa il 70% dei manager ne è sicuro: “pagamenti più rapidi permetterebbero di investire in sostenibilità e digitale”.

Secondo molte imprese molisane gli impatti negativi della crisi da Covid-19 sull’economia e sul loro business si faranno sentire ancora per 1-2 anni (secondo il 50% delle aziende in regione contro il 34% di media nel resto d’Italia). Un quadro della situazione che scaturisce dall’ultimo European Payment Report (EPR) di Intrum, il principale operatore europeo nei credit services, che ha intervistato più di 11.000 imprese di 29 paesi europei. Come diretta conseguenza della crisi economica emerge un incremento nei prossimi 12 mesi in Molise del problema dei ritardi e dei mancati pagamenti da parte dei debitori: se lo aspetta il 52% dei manager e imprenditori coinvolti in regione contro il 45% di media nel resto d’Italia.

Per proteggersi da recessione e crisi economica le imprese molisane il 22% delle realtà intervistate già oggi accetta termini di pagamento più lunghi (in Italia la media si ferma al 15%). Rispetto a una media nazionale del 30%, il 37% dei clienti corporate in Molise paga tra 31 e 50 giorni mentre il 25% dei clienti consumer tra 51 e 75 giorni contro una media italiana del 6%. Per i pagamenti dalla Pubblica Amministrazione, il 43% delle imprese molisane attende fra 51 e 75 giorni mentre la media italiana si ferma al 32%.

L’EPR di Intrum ha cercato di indagare anche in quanto tempo manager e imprenditori molisani stimano che la regione possa diventare “cashless”, ossia quando farà ricorso esclusivamente alla moneta elettronica: per il 61% degli intervistati ci vorranno circa 10 anni, mentre per il 13% non ci si arriverà mai.

TEMPI DI PAGAMENTO: IN ITALIA OLTRE 6 AZIENDE SU 10 STIMANO RISCHI CRESCENTI. In Italia, oltre 6 aziende su 10 (il 63% delle realtà intervistate) stimano oggi un rischio crescente (e sono maggiormente preoccupate) rispetto alla possibilità di ricevere i pagamenti nei tempi pattuiti. L’European Payment Report (EPR) di Intrum, il principale operatore europeo nei credit services, evidenzia un netto incremento rispetto alla situazione pre-pandemica quando, nel 2019, solo il 25% delle aziende italiane intervistate si riteneva “preoccupata più del solito” per il rispetto dei tempi di pagamento da parte dei committenti. A livello europeo, un terzo dei 11.000 manager e imprenditori (C level e business owners di aziende) ascoltati da Intrum in 29 Paesi, hanno affermato che i ritardi nei pagamenti impediscono la crescita e ben il 70% pensa che pagamenti più rapidi da parte dei propri debitori consentirebbero alle aziende di investire in sostenibilità e innovazione digitale.

A tutti i livelli – ha commentato Antonio Rabossi, Operations Director di Intrum Italy – le aziende sono concordi nel ritenere la sana gestione del credito l’elemento chiave per la ripresa economica nella fase post-pandemica. Una sana gestione del credito investe l’impresa di un ruolo sociale: per il 67% delle aziende italiane (69% in Europa) che abbiamo intervistato, il pagamento dei fornitori nei tempi concordati è una delle componenti della responsabilità sociale d’impresa”.

MANAGER ITALIANI PIÙ OTTIMISTI SULLA RECESSIONE RISPETTO ALL’EUROPA.

Nel 2021 i manager delle imprese italiane sono meno pessimisti rispetto al media europea: 62% contro il 67%. La situazione si è “ribaltata” non solo rispetto al critico 2020 travolto dalla pandemia, quando l’83% degli intervistati italiani si aspettava la recessione a fronte del 56% di media europea, ma anche rispetto al 2019, quando il 76% degli intervistati italiani pensava che la recessione fosse imminente contro il 28% della media europea.

Nel contesto di crisi generato dall’emergenza Covid-19, le azioni dei governi sono state decisive per permettere alle aziende di mantenere a livelli accettabili la liquidità nell’ultimo anno: per questo, il 48% della media degli intervistati europei dal report Intrum prevede un rischio considerevole di crescita di ritardi e mancati pagamenti quando le misure di sostegno dei governi saranno ritirate. Ad oggi, quasi la metà (45%) delle aziende italiane ritiene di essere stata fortunata a sopravvivere all’emergenza sanitaria (49% media europea). Per vincere la recessione, il taglio dei costi è una risposta secondo il 27% delle PMI e il 24% delle grandi aziende, mentre la riduzione delle assunzioni è nei progetti del 15% delle PMI e delle grandi aziende, ma nel 2020 questo dato era più alto: il 25% per le PMI e il 29% per le grandi aziende.

È possibile scaricare l’intero report attraverso il seguente link: https://www.intrum.it/aziende-e-istituzioni-finanziarie/report-approfondimenti/european-payment-report/epr-2021/

Intrum è il leader europeo nel settore dei credit services con una presenza in 24 mercati del vecchio continente. Intrum aiuta le aziende offrendo soluzioni progettate per migliorare i flussi di cassa e la redditività a lungo termine e prendendosi cura dei propri clienti. Garantire che le persone e le aziende ottengano il supporto di cui hanno bisogno per affrontare i problemi finanziari è una parte importante della missione dell’azienda. Intrum ha circa 10.000 professionisti dedicati che collaborano con circa 80.000 aziende in tutta Europa. Nel 2020 i ricavi sono stati pari a 16,85 miliardi di Corone svedesi. Intrum ha sede a Stoccolma, ed il titolo Intrum è quotato al Nasdaq di Stoccolma. Intrum Italy i cui azionisti sono Intesa Sanpaolo (49%) e Intrum Group (51%) ha quasi 1.000 collaboratori e 28 uffici in 22 città italiane.

Fabrizio Puddu

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