Economia/ L’acqua scarseggia e la papera non galleggia

Le stime del Def e quelle del FMI offrono un quadro traballante e allo stesso tempo contrastante per i conti pubblici in Italia, i conti non tornano, il debito pubblico nei prossimi anni è destinato a salire e il rapporto deficit/Pil risulta essere tra i peggiori in Europa, forse c’è da preoccuparsi? Il mondo spera in un futuro più ottimista, su crescita e  calo di inflazione, anche se siamo in presenza di rischiose tensioni geopolitiche, un  focus sulle casse statali delle varie potenze mondiali mostra crepe da non sottovalutare. Leggendo un’analisi dell’Osservatorio dei conti pubblici, sulla situazione economica del nostro Paese, si nota che il livello di debito è salito alle stelle dal periodo del Covid, raggiungendo cifre ormai insostenibili.

La situazione economica del nostro Paese preoccupa, nonostante l’entusiasmo del Governo Meloni nell’annunciare dati positivi come quello dell’occupazione o del mancato rally dello spread, ma sono diversi i motivi che destano allarme e per i quali restare vigili. Fra i Paesi avanzati l’Italia è ritenuta uno dei più fragili, secondo le previsioni del FMI il nostro Paese registrerà tra i maggiori aumenti del debito nei prossimi anni. Gli analisti notano che: “il rapporto debito/Pil italiano è infatti previsto aumentare rispetto al consolidato del 2023 (137,3 per cento) di quasi 2 punti nel 2024 e di 7,6 punti (fino al 144,9 per cento) nel 2029. Come noto, ciò è dovuto in larga misura all’effetto dilazionato dei crediti edilizi connessi al Superbonus 110%.

Forse se si avesse uno sguardo rivolto al benessere del paese con uno spirito di  lungimiranza, piuttosto che lo sguardo sul breve periodo, con una politica in che invece di governare si affanna ad una perenne campagna elettorale, probabilmente, si aiuterebbe a costruire un’Italia più solida e credibile. Debito e deficit sono allarmi che continuano a suonare, le prospettive economiche internazionali, come la veduta del FMI, non sono incoraggianti per l’Italia, i numeri del Def e del Fondo Monetario Internazionale, non combaciano e i conti continuano a non tornare.

La Grecia che ha il debito più alto di tutta l’Ue (168,8 per cento nel 2023) dovrebbe riuscire a diminuirlo di ben 30 punti di Pil al 2029, se così sarà, il suo livello di debito sarà inferiore a quello italiano. L’Osservatorio dei conti pubblici riporta che se nel 2023 l’Italia ha guadagnato la maglia nera, in termini di indebitamento netto, nei prossimi due anni la Francia sarà peggiore con un deficit al 4,9% e altri Paesi dell’UE, registrerebbe deficit più elevati: l’Ungheria (5,2% di Pil), la Polonia (5,5%), la Slovacchia (6,0%) e la Romania (6,3%).

Occorrerà avvicinarsi al 2029 per riuscire ad avere in Italia un deficit al 3%, sulla soglia di tollerabilità del Patto di stabilità Ue, oggi siamo a più debito, meno crescita, questo viene dalle stime del FMI rispetto alle più ottimistiche previsioni del Def.

Il Governo Meloni spera in un Pil oltre l’1% tra il 2024 e il 2026, ma ciò che emerge, è che il rapporto debito/Pil salirà ancora, questo condanna l’Italia a conti pubblici poco rassicuranti, e come diceva mio Nonno se l’acqua scarseggia la papera non galleggia.

Alfredo Magnifico

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