“Ha ragione la Banca d’Italia: qualcosa in Molise sta succedendo, dal punto di vista del quadro congiunturale dell’economia. Ma il ritmo della crescita e della ripresa economica è lento, troppo lento.” Questo il commento a caldo di Tecla Boccardo, leader della UIL molisana.
Le famiglie consumano un poco di più (magari accedendo al credito al consumo), le esportazioni crescono, le grandi imprese (per poche che siano) stanno incrementando la produzione, qualche segnale di vita nell’edilizia. Magari c’è qualche occupato in più, anche se sono molti coloro che stanno rinunciando persino a cercarsi un lavoro o emigrano. Meno ammortizzatori sociali ma, attenzione, spesso si tratta di situazione dove la cassa integrazione/mobilità si è esaurita.
“Insomma, i dati presentati stamattina ad Isernia vanno letti nella complessiva situazione dell’economia molisana dove, da anni, si sta assistendo all’entrata in crisi di un intero sistema economico basato sulla finanza pubblica, sulla Regione imprenditore, sul pubblico impiego, sui posti di lavoro realizzati per la clientela e sui favoritismi, sulle magre pensioni che sono il vero ammortizzatore sociale per le famiglie, su un po’ di ricchezza prodotta dal lavoro nero o irregolare, sulla piccola evasione fiscale.” La Boccardo mette in guardia: “Quello che dispera è constatare che un diverso modello di sviluppo, una nuova politica che crei ricchezza e occupazione vera, stabile, ben remunerata, stenta a delinearsi e concretizzarsi. Da tempo come Sindacato rivendichiamo impegno a governare le tante situazioni di emergenza e progettare un futuro per il Molise che faccia leva sulle opportunità che oggi ci sono: area di crisi complessa e non complessa, patto per il Sud, fondi europei.”
La ricetta della UIL: “È necessario: “fare assieme” coinvolgendo le parti sociali nella programmazione della ripresa economica, occupazionale e sociale; “fare presto” perché con i tempi della crescita fotografati dalla Banca d’Italia ci vorranno decenni per riprenderci; “fare bene” evitando le scorciatoie di chi rimanda la soluzione dei problemi sperando che si risolvano da sé; “fare con convinzione” avendo in testa (ma anche nel cuore e nelle mani) un progetto vero e credibile per una regione la cui popolazione è allo stremo e, pur lieta delle buone notizie di oggi, comincia a perdere la speranza nel domani.”