Una ricerca di mercato della Doxa su un campione composto da 1001 persone di tutte le età e tutte le provenienze geografiche, e con altre 3mila interviste affiancate per dare maggiore robustezza ai risultati della ricerca, è arrivata alla conclusione che l’economia del riuso,detta anche circular economy, che “prolunga la vita dell’oggetto” è in crescita e ha prodotto una ricchezza di 19 miliardi nel 2016, un miliardo in più rispetto al 2015, e corrisponde a quasi 1 punto di Pil.
Dalla ricerca è emerso;oltre un terzo del mercato è on line,sul sito si vende un articolo ogni circa due secondi e un’auto ogni 20 e sono sempre di più (38%, più 4 punti rispetto al 2015) i trentenni che “cercano l’oggetto sfizioso, magari superfluo, senza rinunciare al risparmio”,generando 7,1 miliardi di ricchezza ogni 365 giorni, con una crescita calcolata in 300 milioni solo nell’ultimo anno.
I ventenni e gli studenti universitari, preferiscono comprare oggetti tecnologici, sono il 16% della fetta degli acquirenti.
Il valore che spinge a vendere e comprare di seconda mano rimane il risparmio, fattore più razionale, ma si aggiunge anche una nuova filosofia antispreco e contro il consumismo, infatti, per un 60% (+12% rispetto all’anno scorso) degli intervistati il riuso e la sostenibilità ambientale influiscono nella scelta di spesa.
Chi vende lo fa maggiormente online (66%) per liberarsi del superfluo (60%), mentre per chi compra è ancora importante vedere e toccare l’oggetto.
La soddisfazione e il cambiamento di stile di vita che questo tipo di economia ha introdotto non sono fra gli indicatori del Pil, ma in futuro – come già accade in Cina, dove si stanno integrando nella contabilità nazionale anche valori come l’energia consumata per produrre ricchezza – bisognerà inserirli nella valutazione del benessere di una comunita.
Sulla proposta di incentivare il riuso tramite sgravi fiscali il modello da seguire è la Svezia, dove si stimola a livello statale il mercato delle riparazioni. Sulla capacità del settore di generare occupazione ci sono ancora solo proiezioni: attualmente, il venditore medio riesce ad avere un introito di 900 euro all’anno, da affiancare ad un precedente reddito. Dal punto di vista fiscale all’orizzonte c’è uno spostamento della tassazione dal lavoro alle cose.
Alfredo Magnifico
Doxa: l’ Economia del riuso è in crescita e vale 19 miliardi
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