Di Massimo Dalla Torre
L’Italia, secondo l’Eurostat, è ultima in Europa per numero di donne manager e seconda per la maggiore differenza salariale rispetto agli uomini. Il quadro complessivo europeo non è migliore tant’che i due terzi delle posizioni manageriali nell’Ue sono occupate da uomini (4,7 milioni contro 2,6 milioni) e, nel caso in cui vi sia una donna, questa viene retribuita in media il 23% in meno per le stesse funzioni dirigenziali. Le donne, quindi, nonostante rappresentino circa la metà degli occupati nell’Ue, continuano a essere sotto rappresentate tra i manager. Questo, è quanto emerso nel corso dei lavori del convegno ”Donne Forti per una Europa Forte – Road Map Europea dell’agenda 2030, organizzato a Palermo dalla della Fondazione Friedrich-Ebert, per discutere, sulle questioni relativamente ai settori della formazione e dell’accesso nel mercato del lavoro della donne, in Italia e nell’Europa a 28. Secondo lo studio in base ai dati relativi alle imprese con 10 o più dipendenti, l’Italia insieme a Germania e Cipro è il Paese con il minor numero di donne manager, (22%), seguita a ruota da Belgio, Austria (23%), e Lussemburgo (24%), tenuto conto che la media europea è di appena il 35%.
L’unica realtà in cui ci sono più donne che uomini nelle posizioni dirigenziali è la Lettonia, con il 53%. Scorrendo la classifica s’incontrano Bulgaria e Polonia (44%), Irlanda (43%), Estonia(42%), Lituania, Ungheria e Romania (41%), e infine Svezia e Francia (40%), e non finisce qui, come recita il lancio di molte pubblicità, perché sul fronte dei salari l’Italia detiene la maglia nera, seconda a quasi pari merito con l’Ungheria. Realtà che mostra un gap più ampio tra gli stipendi pari a un terzo tant’è che una manager italiana guadagna il 33,5% in meno rispetto a un suo collega uomo, mentre in Ungheria lo scarto è del 33,7%.
Maglia non propriamente nera ma fumè per la Repubblica Ceca, dove le donne manager guadagnano il 29,7% in meno dei loro equivalenti maschi, così coma Slovacchia (28,3%), Polonia (27,7%), Austria (26,9%), Germania (26,8%), Portogallo (25,9%), Estonia (25,6%) e Gran Bretagna (25,1%). I Paesi in cui invece si registra uno scarto minore tra gli stipendi uomo/donna in ruoli manageriali sono la Romania (5%), la Slovenia (12,4%), il Belgio (13,6%) e la Bulgaria (15%). Insomma, Paese che vai discrepanze che trovi, specialmente per quanto riguarda il settore lavoro che incide su quello retributivo che non è assolutamente accettabile soprattutto perché a farne le spese, i dati parlano chiaro, sono le rappresentati del gentil sesso che, nonostante l’equiparazione con il “lato forte” si fa per dire, forte, ancora una volta sono penalizzate sotto tutti i punti di vita e questo per l’Europa dei 28 non è certamente un punto favorevole.