“Alla Camera è passato definitivamente il ddl Delrio. Come accennavo qualche giorno fa, è importante non solo per l’eliminazione delle Province, ma anche per quelle norme che aiutano il lavoro dei piccoli comuni. Siamo soddisfatti che nella vita politica e istituzionale del nostro Paese il governo abbia voluto dare centralità al ruolo delle città e dei Comuni che rappresentano il giusto, strategico e decisivo filo conduttore tra i territori, con i relativi problemi e esigenze, e le istituzioni. Andiamo avanti con determinazione!”.
Lo afferma Micaela Fanelli, segretaria regionale del Pd, dopo l’approvazione in via definitiva alla Camera, con 260 sì, 158 no e 7 astenuti del disegno di legge Delrio sulle città metropolitane, province, unioni e fusioni di comuni. Si tratta di un disegno di legge che va a ridefinire i confini e le competenze dell’amministrazione locale in attesa della riforma del titolo V della Costituzione. In sostanza, stabilisce la fusione tra i comuni così da consentire di svolgere i compiti ricoperti finora dalle province.
“Condividiamo e sosteniamo con forza la riforma istituzionale messa in campo dal Governo – sottolinea Fanelli – Con l’ANCI abbiamo anche presentato ulteriori emendamenti affinché la funzione centrale dei Comuni sia ancora più chiara ed evidente”.
La segretaria Pd e sindaco di Riccia ha partecipato stamane a Roma all’Ufficio di Presidenza nazionale ANCI di cui è membro con delega alle Politiche comunitarie e Piani di sviluppo, oggi allargato ai sindaci dei Comuni capoluogo e ai presidenti delle ANCI regionali. Al centro della discussione alcune proposte da presentare al governo, considerazioni sulle riforme istituzionali, l’iter del ddl Delrio e le iniziative in merito, e infine informativa sull’approvazione del disegno di legge enti locali.
“Sono favorevole – ha affermato Fanelli – all’eliminazione del bicameralismo perfetto. Va superato! E con la spinta e la proposta del Presidente del Consiglio Matteo Renzi siamo sulla strada giusta. Con questo disegno costituzionale del Governo, il Senato si azzera e si trasforma in un’assemblea delle Autonomie formata da Sindaci e quindi da istituzioni locali che conoscono i problemi specifici dei territori e potranno offrire il proprio decisivo contributo! In sostanza: eliminiamo spese inutili, tagliamo costi della politica, riduciamo finalmente il numero dei parlamentari e – conclude – velocizziamo gli iter di approvazione delle leggi”.