L’ondata migratoria degli ultimi 30 anni ha diffuso la pratica di assumere badanti, bambinaie o collaboratrici familiari provenienti da Paesi poveri, donne, in prevalenza giovani, provenienti da: Filippine, Sri Lanka ed Etiopia, e qualche anno fa da Ucraina, Moldova, Romania, Bielorussia, gli uomini delle stesse origini sono ricercati per impieghi domestici; autisti, giardinieri o guardiani, tra queste collaboratrici familiari: le filippine le più ricercate, seguite da etiopi e srilankesi.
Gli stipendi si situano in una forbice tra 800 e i 400 euro, le condizioni di lavoro non sono sempre ottimali, vitto e alloggio vengono garantiti, ovviamente, i giorni lavorativi (24 ore su 24) sono sei,il giorno di riposo viene spesso ridotto a poche ore.
Aumentano badanti, bambinaie e collaboratrici domestiche provenienti dal mondo meno sviluppato: in Italia, dati Inps, i lavoratori domestici stranieri ‘ufficiali’ sono quasi un milione, il 75% straniero, il 30% originario dell’Est europeo, l’89% è femminile. Le filippine si stimano intorno a 200mila, tra ‘ufficiali’ e ‘clandestine’, le srilankesi sono almeno 150mila, un po’ meno le etiopi,80mila,in continua ascesa la presenza dai Paesi del subcontinente indiano, lentamente queste donne stanno prendendo il posto di ucraine, moldave e rumene, che per vent’anni hanno trovato impiego presso le famiglie, la scelta cade su donne che costano meno, visto che quelle dell’Europa dell’Est non si accontentano più di compensi bassi.
Spesso viene sottovalutata la responsabilità nella ‘costruzione familiare’ che poggia sulle spalle di queste giovani donne, filippine, etiopi o srilankesi, in maggioranza cristiane che portano sentimenti di fedeltà e dedizione difficili da trovare in certi ambienti benestanti: badanti, bambinaie e collaboratrici familiari portano, con la loro semplice fede popolare, gli affetti familiari ormai sconosciuti negli ambienti in cui lavorano, a causa della frammentazione spietata delle famiglie dei Paesi ricchi.
C’è stato un tempo in cui si accusavano le badanti dell’Est di distruggere le famiglie italiane: le giovani avrebbero sedotto i padri, le meno giovani avrebbero rubato l’affetto dei vecchi, inducendoli a sposarle, trasferendosi nei Paesi di origine delle donne, questi casi non sono numerosi, si è gettata un’ombra su un capitale di attenzione e generosità che le donne dell’Est, e di Asia e Africa, portano nelle case delle nostre famiglie, accollandosi lavori al limite del sopportabile, e rinunciano, per motivi economici, alla vita familiare a casa loro, trasferendo i loro migliori sentimenti nei Paesi e nelle famiglie di adozione. La riconoscenza che dobbiamo loro è enorme, spesso sono il collante che tiene assieme nuclei destinati ad esplodere.
Alfredo Magnifico
Dati Inps/ Aumentano badanti, bambinaie e collaboratrici domestiche straniere
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