di Andrea Carli www.ilsole24ore.com
Alla decisione di “spedire” le due bandiere di M5s e Lega, reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero attraverso il meccanismo della «quota 100», in due disegni di legge collegati alla manovra – nel testo finale della Ddl Bilancio trasmesso alla Camera con 15 giorni di ritardo sulla tabella di marcia ci sono solo i fondi, 16 miliardi nel 2019 -, alla possibilità, che si evince tra le righe della norma, di far confluire le risorse che eventualmente saranno risparmiate nell’applicazione delle due misure al contenimento del deficit, nel caso in cui lo spread raggiungesse livelli di guardia. Sono le carte che, a una prima analisi, il Governo sembra mettere sul tavolo per convincere l’Ue a non dare il via alla procedura d’infrazione.
Modalità e criteri di reddito di cittadinanza e quota 100 confluiti in due Ddl
Le regole su reddito di cittadinanza e quota 100 saranno definite da due provvedimenti ad hoc. Si tratta di disegni di legge collegati a quello di Bilancio che dovranno rispettare i tetti di spesa fissati dalla manovra. Tempi più lunghi per l’attuazione di queste soluzioni, dunque: il collegato non ha un’andatura molto rapida, i suoi tempi non sono collegati a quelli della sessione di bilancio. Una soluzione che viene letta come una prima apertura a Bruxelles. Già la Nadef, ovvero la Nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e di finanza, aveva previsto che uno dei dodici disegni di legge collegati alla manovra di bilancio 2019-2021 recasse «l’introduzione del reddito di cittadinanza e la riforma dei centri per l’impiego». Nella Nadef non era invece previsto un collegato su pensioni e “quota 100”.
Il nodo della redistribuzione dei risparmi rispetto agli stanziamenti
La norma del DDl bilancio (articolo 21, comma 3) inviato alla Camera prevede che le eventuali economie rispetto agli stanziamenti possano essere redistribuite fra i due fondi, quello per il reddito di cittadinanza e quello per le pensioni.
Il fatto che la norma utilizzi una formula “aperta” («qualora siano accertate, rispetto agli oneri previsti – si legge nel testo – eventuali economie per alcune misure e maggiori oneri per le altre, entrambe aventi anche carattere pluriennale, possono essere effettuate variazioni compensative tra gli stanziamenti interessati per allineare il bilancio dello Stato agli effettivi livelli di spesa») potrebbe non escludere la possibilità che questi risparmi vengano utilizzati anche per altre finalità.
Una di queste potrebbe essere il contenimento del deficit, nel caso di una corsa dello spread. Ad oggi Bankitalia stima cinque miliardi d’interessi in più da pagare nel 2019 come effetto dell’impennata del differenziale.
La posizione dell’esecutivo per evitare lo stop di Bruxelles
Resta da capire se queste due soluzioni basteranno a evitare lo stop Ue. La replica dell’esecutivo giallo verde ai rilievi dell’Ue sulla manovra dovrebbe arrivare a inizio settimana prossima. Non dovrebbero esserci stravolgimenti, ma la possibile assicurazione di un contenimento del deficit anche con uno slittamento di riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza a maggio 2019.
Il 21 novembre la Commissione potrebbe avviare la procedura di infrazione
Allo stato attuale, le date da segnare in calendario sono due. Il 13 novembre è il termine ultimo per il Governo Conte per presentare a Bruxelles una nuova bozza della legge di bilancio e anche la relazione con i “fattori rilevanti” che, secondo l’Italia, giustificano lo scostamento dagli obiettivi. La seconda data è il 21 novembre: potrebbe essere “il giorno del giudizio”. La Commissione pubblicherà il parere definitivo sulla legge di bilancio e già in quella occasione potrebbe avviare la procedura di infrazione.