D’Alessandro: nelle Poste Molisane si vive nel caos organizzativo

posteIl Segretario della CISL Poste del Molise Antonio D’Alessandro dichiara senza mezzi termini – nelle Poste Molisane si vive nel caos organizzativo: non può definirsi in altro modo. Nonostante l’Azienda abbia chiuso l’ennesimo bilancio in attivo di oltre un miliardo di euro, nello stesso tempo in Molise non effettua un minimo di investimenti. Il personale è carente in tutti gli Uffici, i colleghi vengono allontanati in prepensionamento e degli oltre novanta nuovi assunti in regime part-time ancora nessuno è stato variato in full-time.

Eppure le file dei clienti crescono, gli orari di sportello vengono ridotti, gli Uffici Postali molisani sono al collasso: i più piccoli aprono ormai a singhiozzo per poche ore al giorno nei pochi giorni d’apertura, quelli più grandi di fascia “B” sono perennemente abbandonati a se stessi, quelli di fascia A2 operano con un solo sportellista e, infine, molti di quelli di fascia A1 hanno al massimo 2 unità. La nostra regione soffre di una carenza di personale ormai cronica, ma nulla si fa per risolvere il problema. Eppure molti di questi Uffici, se adeguatamente presidiati, potrebbero essere davvero redditizi e portare ricavi ben più alti. Qui da noi si dice che o si porta la croce o si canta: se Poste Italiane non investirà in termini di risorse, non si conseguiranno i giusti risultati, con pregiudizio all’occupazione e al possibile sviluppo.
È evidente – continua il rappresentante della Cisl Poste Antonio D’Alessandro – che, in una simile situazione, anche chi gestisce il personale e provvede alle sostituzioni negli Uffici ha le sue responsabilità per non aver cercato di evidenziare e risolvere le carenze di personale e il disagio che ne consegue. Ormai la gestione degli Uffici è confusa ed imprecisa e, spesso, sembra quasi effettuata da extraterrestri che non conoscono affatto le più elementari nozioni sulle dinamiche reali che regolano i flussi all’interno dei nostri uffici e l’intero capitolo contrattuale dedicato alla materia. Si assiste di continuo a modifiche su modifiche di provvedimenti presi, ad aggiustamenti dell’ultimissimo minuto, a richieste al limite del lecito, a decisioni frenetiche che dovrebbero essere frutto di valutazioni, di programmazione e, perché no, di opportuna condivisione (che ha sempre portato buoni frutti…) e che, invece, sembrano scaturire da improvvisazione e da scarsa conoscenza del “mondo UP”.
Le dimensioni che la vicenda sta assumendo hanno purtroppo implicazioni immediate e deleterie: gli utenti reclamano, i lavoratori sono disorientati, i Direttori non sono in condizione di organizzare il lavoro con profitto.
In tutto questo – afferma Antonio ‘Alessandro -, non si possono nascondere all’infinito le colpe della dirigenza locale, forse messa a tacere da qualche emolumento in danaro e da premi non sempre meritati, la quale non ha interesse alcuno ad evidenziare le vicende molisane nei confronti dei vertici di Bari che, dal canto loro, hanno ormai l’abitudine di pretendere profitti, risultati e qualità con il minimo sforzo, oltre il possibile: le loro decisioni sono perfette, le loro richieste sacrosante e, soprattutto, le azioni da porre in essere devono essere immediate, ogni eccezione rimossa. E se le cose non funzionano per ovvi problemi organizzativi, non appena si sale di qualche gradino le competenze gerarchiche si confondono, le responsabilità si invertono e le colpe infine si scaricano sugli ultimi.
Ci spiace – asserisce il Segretario Antonio D’Alessandro -, ma non può funzionare sempre così. È necessario e doveroso che ciascuno si assuma, per intero, la propria fetta di responsabilità e compia il proprio dovere con la coerenza e la serietà richieste ai lavoratori. Siamo stanchi di veder pagare sempre i soliti noti: i DUP, gli sportellisti, gli specialisti: gli ultimi. Il piglio manageriale non si può limitare all’imperio, al comando, alla pretesa, al pressing continuo sulla forza lavoro ma deve manifestarsi, soprattutto, nelle capacità organizzative e gestionali.
In qualità di principale organizzazione sindacale – conclude Antonio D’Alessandro – la SLP – Cisl è ancora una volta pronta e disponibile al dialogo, a proseguire il confronto e ad affrontare i temi specifici in apposite riunioni di approfondimento. Ormai sono anni che si parla sempre delle stesse cose e non basta cambiare un direttore per rimettere le cose a posto: l’Azienda deve darsi delle priorità reali.
Dopo il massiccio numero di personale fuoriuscito ed il sacrificio dei pochi rimasti, è oggi prioritario colmare tutti i vuoti. Si cominci da questo!

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