Crollano i consumi se sale l’Iva. L’aumento dell’Iva penalizzerebbe i consumatori italiani

Una ricerca della Confesercenti è arrivata alla conclusione che se il governo decidesse di innalzare le aliquote come da indicazioni europee perderemmo a regime 8,2 miliardi di consumi: si tratta di circa 305 euro di spesa in meno a famiglia,mentre sul PIL l’impatto negativo ammonterebbe a -5 miliardi di euro. L’aumento di 3 punti all’aliquota agevolata del 10%, che passerebbe al 13%, e di 1 punto sull’aliquota super-agevolata, che salirebbe dal 4 all’5%, il valore minimo che la Commissione Europea raccomanda ai paesi dell’Unione,avrebbe un effetto sui prezzi, di un aumento dello 0,7%,una stangata che si trasformerebbe in contrazione di spesa, poichè le due aliquote interessano molti servizi e generi di largo consumo e colpirebbe le fasce più deboli della popolazione.
Tra i prodotti interessati dall’incremento di imposizione fiscale ci sarebbero, beni alimentari di prima necessità (carne, pesce uova e latte) ma anche servizi di ristorazione, turistici e medicinali per uso umano e veterinario.
L’aumento dell’Iva penalizzerebbe i consumatori italiani anche nel confronto europeo,infatti, l’Italia per imposizioni fiscali si colloca tra le prime posizioni nel panorama internazionale, seconda solo alla Svezia.
La pressione fiscale, sui consumi, in Italia è già molto alta, e la ripresa iniziata nel 2015 si è già indebolita lo scorso anno,alzare ancora il livello di imposizione porterebbe, inevitabilmente, ad un’accelerazione dell’inflazione, con conseguente perdita del potere d’acquisto delle famiglie e un’ulteriore riduzione dei consumi. L’effetto negativo sulla crescita porterebbe un gettito fiscale minore delle attese, oltre alla chiusura di un numero oscillante tra le 5 e le 10mila imprese del commercio e del turismo.
Dopo un decennio di aumenti delle tasse sarebbe più serio, opportuno ed efficace reperire le risorse che servono dalla lotta all’evasione e dalla revisione della spesa pubblica. Anche se la spending review, parola d’ordine di tutte le forze politiche appena un paio d’anni fa, ultimamente sembra essere scomparsa dall’agenda mentre andrebbe ripresa, verificando cosa sia stato effettivamente tagliato fino ad ora.
Alfredo Magnifico

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