Cresce del 7% il valore dell’export delle merci molisane, allineandosi a quella che è stata la crescita delle esportazioni di tutta l’area meridionale (+8,5%). Ottima la performance della provincia di Campobasso (+9,8%), mentre difficoltà si registrano nella provincia di Isernia che vede diminuire le esportazioni del 6,1%. Sono questi i principali risultati dei dati resi noti dall’Istat e commentati dall’Ufficio Studi e ricerca di Unioncamere Molise.
L’export nazionale (+1,2%) riflette l’incremento registrato per le regioni delle aree meridionale (+8,5%), centrale (+2,1%) e nord-orientale (+1,8%) e l’ampio calo dell’ area insulare (-15,0%), mentre l’area nord-occidentale risulta stazionaria.
Tra le regioni che forniscono il più ampio contributo positivo alla crescita delle esportazioni nazionali si segnalano: Basilicata (+53,5%), Lombardia (+0,8%), Emilia-Romagna (+1,5%), Friuli-Venezia Giulia (+6,3,%), Veneto (+1,3%), Abruzzo (+9,7%), Marche (+5,6%), Lazio (+3,0%) e Liguria (+7,7%). Tra quelle che forniscono un contributo negativo si evidenziano: Sicilia (-17,3%), Piemonte (-3,0%) e Sardegna (-10,9%).
Passando ad analizzare i dati delle esportazioni del Molise nel dettaglio, si attenua la spinta dei prodotti finiti classificati secondo la materia prima e in particolar modo dei tubi, condotti profilati, cavi profilati, cavi e relativi accessori in acciaio in Kazakistan: trattandosi di una fornitura straordinaria, dopo aumenti esponenziali nei trimestri passati, nel terzo e ancor di più nel quarto trimestre del 2016 l’esportazione di tali beni si è ridotta notevolmente. Considerando l’intero anno, l’export dei prodotti finiti classificati secondo la materia prima è aumentato del 18,4%.
Buoni anche i risultati annuali per le esportazioni di macchinari e materiale da trasporto (+14,8%), dei prodotti alimentari e bevande (+13,8%) e dei prodotti finiti diversi (+3,6%). Tutti gli altri con il segno meno: da segnalarsi soprattutto il calo delle esportazioni di prodotti chimici e prodotti connessi (-3,2%), che, come già detto, rappresentano il secondo settore per valore di export.
Sul fronte delle importazioni il risultato positivo (+5,9%) ottenuto nel 2016 è da attribuirsi principalmente all’aumento della richiesta di macchinari e materiale da trasporto (+15,7%). Come per le esportazioni, anche per l’import di prodotti finiti classificati principalmente secondo la materia prima, in cui rientrano quelle merci importate dal Kazakistan, si assiste ad un ridimensionamento (+7,9%); aumenta anche l’import di prodotti chimici e prodotti connessi (+5,2%). Al contrario le diminuzioni più consistenti in valore assoluto riguardano i prodotti alimentari e bevande (-31,6%) e i combustibili minerali, lubrificanti e prodotti connessi (-84,5%).
Il ridimensionamento delle esportazioni in Kazakistan fa tornare quasi alla normalità anche la distribuzione del’export regionale per Paese di destinazione: la fetta maggiore, infatti, spetta di nuovo all’Europa con il 50,1% del totale; segue l’Asia centrale con il 28,8%. La restante parte prende le direzioni di America settentrionale (10,8%), Asia orientale (3,7%), Africa (2,9%), Medio Oriente (1,6%), America centro-meridionale (1,5%) e Oceania (0,6%).
Il confronto con ciò che accadeva nel corso del 2015 evidenzia una flessione dell’export verso l’America centro meridionale (-18,8%) e verso il Medio Oriente (-0,6%).
Le esportazioni dirette ai Paesi europei restano grossomodo stabili (-0,4%): agli aumenti delle vendite in Germania, Repubblica Ceca e Polonia si contrappongono le diminuzioni registrate nel Regno Unito, in Spagna e in Danimarca.
Di contro aumentano in maniera considerevole le esportazioni verso i paesi dell’Asia centrale (+17,9%); aumentano anche le esportazioni dirette in Asia orientale e in particolar modo in Cina, in America settentrionale (Stati Uniti e Canada), nei paesi africani (Algeria, Egitto e Tunisia su tutti), e in Australia.