L ‘ ANM/Molise aveva già preannunciato l’assai probabile slittamento della discussione sulla delega per la revisione delle Corti di Appello, che non sarebbe stata più portata nella riunione del Consiglio dei Ministri. Non essendo stata appunto la predetta questione portata nell’odierna riunione, si ha ora il tempo per spiegare le ragioni della ferma opposizione di questa Giunta e di tutta la Magistratura operante nel distretto del Molise rispetto alla paventata soppressione della nostra Corte di Appello, e di muoversi di conseguenza.
Ragioni che risiedono prevalentemente in quattro ordini di considerazioni.
– In primo luogo, non corrisponde al vero che la presenza della Corte d’Appello di Campobasso determini una diseconomia sul piano dell’efficienza e della qualità del servizio giustizia reso ai cittadini, perché i livelli ed i tempi di produttività della nostra Corte sono non solo del tutto positivi, ma anzi anche superiori alla media nazionale.
-In secondo luogo, la soppressione in questione comporterebbe disagi enormi per gli utenti nel raggiungere la nuova Corte di riferimento (si vocifera addirittura della Corte di Appello di Ancona). Così, non solo il personale giudiziario e gli avvocati, ma anche le tante parti processuali di persona, i tanti testimoni, i tanti consulenti tecnici, ecc. dovrebbero compiere lunghi viaggi per recarsi a svolgere una causa, con la conseguenza che al danno derivante dall’annoso e purtroppo non ancora risolto problema della lunghezza dei processi si unirebbe quello del gravissimo disagio per parteciparvi.
-In terzo luogo, la paventata soppressione della Corte di Appello (e Procura Generale) travolgerebbe automaticamente anche altri uffici giudiziari su base distrettuale, che verrebbero a loro volta soppressi, quali il Tribunale per i Minorenni, la Procura per i Minorenni, il Tribunale di Sorveglianza e travolgerebbe altresì altri uffici ed organi su base distrettuale, quali l’Avvocatura distrettuale dello Stato e (con la soppressione della Direzione distrettuale antimafia conseguenziale alla soppressione della Corte di Appello) importanti presìdi per la lotta alla criminalità quali i Comandi regionali delle Forze dell’Ordine e magari (specie su Isernia) anche quelli provinciali, la Prefettura e la stessa Questura. Senza contare poi gli uffici appartenenti ad altre giurisdizioni ed aventi competenza su base regionale, quali TAR, Corte dei Conti, Procura presso la Corte dei Conti e Commissione Tributaria Regionale, che potrebbero subire la stessa sorte. Al che si aggiungerebbe l’alta probabilità di soppressione dei Tribunali e Procure di Isernia e Larino. Un processo a catena che potrebbe poi sradicare pure tanti altri settori ed uffici della pubblica amministrazione organizzati su base regionale e magari (specie ad Isernia) anche quelli organizzati su base provinciale (Ufficio del Lavoro, Provveditorato agli Studi, Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL, Vigili del Fuoco, Motorizzazione civile, ecc.) e che poi ancora, di riflesso e per conseguenza, potrebbe travolgere pure tanti enti ed uffici privati organizzati su base regionale e magari anche quelli organizzati su base provinciale (banche, assicurazioni, partiti e sindacati, ecc.).
-In quarto luogo, le soppressioni in questione non sarebbero solo il preludio di una possibile perdita dell’autonomia regionale, ma (fatto ancor più grave) comporterebbero il trasferimento di migliaia di nuclei familiari al fine di prestare servizio presso le nuove sedi di appartenenza, con conseguente ulteriore spopolamento dei nostri Comuni e dunque gravissimo danno per la nostra povera economia locale (già agonizzante per la gravissima crisi economica ed occupazionale che stiamo vivendo da anni), stante il connesso sensibile calo della domanda e quindi l’ulteriore chiusura di tanti esercizi commerciali e delle poche realtà industriali ancora allo stato presenti sul territorio, il blocco di un’edilizia già oggi allo stremo, ecc. .
Una siffatta spending review comporterebbe, insomma, dei costi sociali molto, ma molto più alti degli eventuali risparmi di spesa che da consimili soppressioni potrebbero ottenersi (ammesso che poi vi si riesca effettivamente ad ottenerli).
Per i motivi anzidetti, l’ANM/Molise, che già aveva appositamente contattato nei giorni scorsi il Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri al fine di ottenere lo slittamento della discussione sulla revisione delle Corti di Appello prevista per la giornata di ieri (e poi appunto slittata), terrà un incontro con quest’ultimo nel pomeriggio del prossimo Mercoledì 3 settembre presso il Ministero della Giustizia, cui parteciperanno, oltre lo scrivente Presidente dell’ANM/Molise, il Segretario dell’ANM/Molise Dott. Nicola D’Angelo ed il Presidente del Consiglio distrettuale Forense Avv. Demetrio Rivellino.
L’ANM/Molise si è altresì attivata, contattando il Presidente dell’ANM nazionale Dott. Rodolfo Sabelli, per portare la questione nell’apposita riunione indetta in Roma il prossimo 11 ottobre. L’ANM/Molise si è inoltre attivata direttamente presso vari componenti del nuovo instaurando Consiglio Superiore della Magistratura, perché pongano la questione nelle prime riunioni utili, opponendosi fermamente alla paventata riforma delle circoscrizioni giudiziarie per così come concepita e perché chiedano che sulla questione venga previamente acquisito appunto il parere del C.S.M. (come già accaduto per la precedente riforma della geografia giudiziaria).
Abbiamo infine in cantiere ulteriori iniziative che, ove necessario, andremo ad assumere e delle quali renderemo conto volta per volta con successivi appositi comunicati.
Il Presidente Dott. Vincenzo Di Giacomo