Le vacanze di Natale non portano solo regali, serenità e cene in famiglia. Spesso la conflittualità, specie in periodi in cui le coppie trascorrono più tempo insieme, cresce di pari passo. La diretta conseguenza, una volta passata l’Epifania, è quella di rivolgersi all’avvocato per mettere fine alla propria unione. L’Istat, nel suo ultimo report sul matrimonio, evidenzia come nel 2015 sia aumentata l’instabilità coniugale anche a causa delle recenti variazioni normative. In particolare l’introduzione del “divorzio breve” ha fatto registrare un consistente aumento del numero di divorzi, che ammontano a 82.469 (+57% sul 2014). Più contenuto è l’aumento delle separazioni, pari a 91.706 (+2,7% rispetto al 2014). La durata media del matrimonio, al momento della separazione, è di circa 17 anni. Evidente e impietoso è anche il confronto con il passato: rispetto a quanto accadeva venti anni fa infatti, le separazioni sono aumentate del 70,7%.
«Nella sola città di Milano, fra il 7 e il 30 gennaio si registra un incremento del 35% delle richieste di separazione, eguale solo al mese di settembre, in cui si verifica un fenomeno analogo – commenta così l’avvocato Lorenzo Puglisi, offrendo una panoramica sui dati raccolti ogni anno dall’Associazione FamilyLegal, fondata nel 2012 con l’obiettivo di fornire un quadro aggiornato e attendibile in materia di separazioni e divorzi.
Proprio per non arrivare alle estreme conseguenze e ritrovarsi a feste finite nello studio di un legale, Puglisi stila un elenco di cinque consigli pratici per superare la prova delle feste:
La scelta dei parenti da invitare il giorno di Natale e del luogo ove trascorrerlo: spesso le liti tra coniugi nascono per l’impossibilità di accordarsi sulla location e sui commensali da coinvolgere nei festeggiamenti. Il condizionamento dei genitori è determinante tanto quanto l’argine che i coniugi sono in grado di erigere per proteggere il proprio matrimonio. «Il suggerimento è quello di “cedere” alla serenità del proprio nucleo familiare ristretto a costo di scontentare qualche parente, incluse suocere, zie o prozie. La priorità restano i figli, pertanto, screzi, ripicche o musi lunghi vanno tenuti alla larga con l’obiettivo primario di renderli il più possibili felici». Se non si è in grado di anteporre la serenità dei più piccoli alla propria o a quella dei propri genitori significa non svolgere correttamente il ruolo di papà o di mamma – sottolinea Puglisi.
Il budget per i regali di Natale: sono sempre di più le famiglie italiane in difficoltà finanziarie, per questo prima di effettuare acquisti dai costi esorbitanti potrebbe essere opportuno riflettere sulla programmazione economica dei mesi successivi cercando il più possibile di evitare di contrarre finanziamenti, a maggior ragione per spese voluttuarie. Ma l’avvocato aggiunge un consiglio puntuale: «Attenzione a fornire al proprio coniuge garanzie fideiussorie: se mai il matrimonio dovesse finire vi trovereste obbligati a rispondere per debiti altrui per un tempo potenzialmente indefinito».
La gestione del proprio tempo: mai sentirsi in colpa per aver dedicato qualche ora a se stessi. La frenesia del Natale ci porta ad essere proiettati a soddisfare prevalentemente bisogni o aspettative di altre persone trascurando le proprie.«Talvolta, fermarsi per fare un regalo a se stessi può essere il modo migliore per trasformare l’appagamento (anche simbolico) in forza ed energia».
Lo stress natalizio: è assodato che le feste di Natale alimentino, soprattutto per le persone più fragili, ansia e depressione. «In questi casi l’obiettivo che deve perseguire l’altro coniuge è quello di non esacerbare i conflitti, aggirando gli ostacoli e pianificando per le settimane a venire un percorso – anche eventualmente tramite uno psicoterapeuta – per aiutare il proprio partner a trovare un equilibrio». Inutile negarlo, non è mai facile trovare la chiave giusta per fornire l’aiuto risolutivo, ma ciò che è certo è che concentrare questo tentativo sotto Natale porta inevitabilmente a un fallimento assicurato.
Le scelte alimentari: sempre più spesso le separazioni non dipendono da questioni prettamente “sentimentali” toccando sfere impensabili sino a qualche tempo fa, tra cui, la principale è quella dei nuovi “credo alimentari”. «Se è sbagliato a priori imporre al proprio partner scelte culinarie non condivise, come può essere ad esempio la cucina vegana per un soggetto onnivoro, lo diventa a maggior ragione per la scelta del menù natalizio che andrebbe valutato con la più ampia condivisione possibile, stabilendo possibili differenziazioni, senza pregiudizi», precisa Puglisi.
Sempre secondo i dati raccolti da FamilyLegal, alla luce delle rilevazione degli ultimi cinque anni a gennaio, in media, si concentra il 38% delle separazioni e i motivi sono da imputare in primis al termine abbreviato di sei mesi per poter chiedere il divorzio, dal momento che nella maggior parte dei casi le coppie in crisi puntano a sciogliere il matrimonio prima del periodo estivo: «A Milano nel 2017 sono triplicate le richieste di separazioni o divorzi consensuali a scapito delle cause giudiziali. Nel capoluogo lombardo inoltre non solo aumentano gli affidi congiunti che sfiorano il 95% – ma sono cresciuti del 25% i padri che tengono i figli in misura paritaria rispetto alla loro madre, limitando conseguentemente l’importo dell’assegno di mantenimento che in media si attesta intorno ai 300 euro a figlio», aggiunge ancora Puglisi.
Un’ultima considerazione riguarda la terapia di coppia per salvare il matrimonio, che resta però un’opzione marginale: «La fiducia nelle mediazioni familiari o nel terapista è molto bassa: solo in un caso su 10 queste scelte sembrano portare reale giovamento ai coniugi in crisi», conclude Puglisi.