Concorso scuola 2023: 30.216 posti con procedura straordinaria. Il decreto nella Gazzetta Ufficiale

Sulla Gazzetta Ufficiale del 9 settembre, è stato pubblicato il decreto, firmato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e da quello della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, che autorizza il Ministero dell’Istruzione e del Merito, all’avvio della procedura. 

I posti saranno 30.216, così suddivisi: 21.101 su posto comune e 9.115 su posto di sostegno. Il contingente dei posti deriva dalla differenza tra i posti vacanti e disponibili dopo l’operazione di mobilità (al netto degli esuberi, circa 81mila) e il numero di immissioni in ruolo stimate per l’anno scolastico in corso (pari a 50mila).

I Requisiti:

Requisiti per i posti comuni

  • -laurea coerente con la classe di concorso oggetto del concorso + abilitazione per la specifica classe di concorso oppure
  • tre anni di servizio negli ultimi cinque, entro il termine di presentazione della domanda, svolti presso le scuole statali, anche non continuativi, di cui almeno uno specifico oppure
  • -laurea coerente con la classe di concorso oggetto del concorso + 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022

Gli ITP (tabella B del DPR 19/2016) possono accedere con:

  • -laurea di primo livello + abilitazione oppure
  • -diploma di accesso alla classe di concorso (il requisito sarà in vigore fino al 31 dicembre 2024).
  • Le prove previste
  • Una prova scritta che consiste in più quesiti a risposta multipla. I quesiti hanno l’obiettivo di valutare le conoscenze e competenze del candidato in ambito pedagogico, psicopedagogico, didattico-metodologico, informatico e linguistico (inglese). Il numero di quesiti, la durata complessiva della prova e l’assegnazione dei punteggi saranno determinati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito alla pubblicazione del bando
  • Una prova orale che valuta le conoscenze e competenze del candidato sulla disciplina della classe di concorso o tipologia di posto richiesti. Nella prova orale si valutano anche le competenze didattiche e l’abilità nell’insegnamento, eventualmente anche attraverso un test specifico.

IL DECRETO

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