Nonostante la legislazione fiscale italiana non sia pensata per rendere la vita facile agli imprenditori, specie quelli più piccoli, alcune innovazioni sono riuscite a creare opportunità interessanti per le aziende di dimensioni più ridotte. Una di queste, indubbiamente, riguarda la possibilità di dare vita ad una società a responsabilità limitata, anche ad unico socio, con modalità e costi decisamente abbordabili. Il piccolo imprenditore, a differenza del passato, può valutare se avviare la propria attività con formule di responsabilità diretta (ditta individuale o, se più soggetti, società di persone) oppure scegliere una formula che limita la sua responsabilità nei limiti di quanto immesso nella società. La scelta non riguarda solo la responsabilità rispetto ai debiti contratti. Si tratta di due modi distinti e separati di intendere la propria azienda. Chi opta per la srl semplificata probabilmente punta ad una strutturazione diversa del proprio business, meno legata al proprio lavoro personale e più connessa ad un’idea che dovrà essere interpretata anche da altri soggetti,segnatamente dipendenti e collaboratori. E questo permette anche una flessibilità diversa, a fronte di costi amministrativi e di tenuta contabile leggermente superiore a quelli di ditte individuale o società di persone. Il vero atout della società a responsabilità limitata semplificata è poi la facilità e l’economicità per la sua costituzione. Basta prenotare un appuntamento con un notaio, uno qualsiasi perché per legge i notai sono obbligati a costituire la srls ma senza richiedere onorario , spendere qualche centinaio di euro (330 l’ultima tariffazione) e la società dopo qualche giorno è costituita ed iscritta alla locale camera di commercio. Perlatro si trova già pagato il diritto di iscrizione alla Camera di commercio per il primo anno di attività. La srls poi presenta anche la possibilità di una pianificazione di tipo previdenziale.
A differenza delle ditte individuali o delle società di persona (con l’eccezione del regime dei minimi introdotto dalla legge di stabilità 2014) l’iscrizione all’Inps con il pagamento del minimale contributivo di circa 4000 euro l’anno non è automatico. Bisogna vedere come si articola l’attività della società. Se il socio si limita ad avviare l’impresa, lasciando ad altri la sua conduzione quotidiana, oppure si limita, da amministratore, alla sola gestione economica della stessa l’iscrizione all’Inps con il minimale non è dovuta. Se invece il socio lavora attivamente nella società si iscrive all’Inps come socio lavoratore e versa i contributi, incluso il minimale. Una scelta che una ditta individuale, o una società di persone, invece non consente. In generale si tratta di misure che aiutano i piccoli imprenditori e ne ampliano le facoltà di scelta, specie all’inizio e nella fase di start up. Una oasi di flessibilità e di semplicità in un mondo, quello fiscale e aziendale italiano, che è una giungla, spesso inestricabile, di procedure e normative. (Pietro Colagiovanni)
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