Dai dati del Ministero dell’ economia e delle finanze dell’anno di imposta 2015, sulle dichiarazioni Iva, Irpef e degli studi di settore, strumento destinato ad andare in soffitta a partire da quest’anno sostituito dai nuovi indici di affidabilità fiscale, che fotografa lo stato dell’arte di una parte non indifferente dell’economia italiana scaturisce un quadro che ha dell’incredibile e ne viene fuori che pescatori, titolari di discoteche, mercerie e di centri estetici o spa, fino ad arrivare ai produttori di ceramica e terracotta sono i lavoratori autonomi che, stando ai redditi dichiarati per gli studi di settore, guadagnano meno, addirittura nel caso della pesca e delle cure termali meno di 5.000 euro l’anno.
Al contrario quelli che guadagnano di più risultano essere gli studi notarili, con un reddito medio di 244.000 mila euro, le farmacie, con 116 mila euro, e una larga fetta di professionisti, dai commercialisti ai consulenti finanziari. Sebbene sia facile immaginare che il fenomeno dell’evasione si annidi spesso proprio nelle categorie che fanno ricorso agli studi, non vanno però ignorati i casi di giovani che avviano un’attività e di microimprenditori dediti spesso ad attività part-time. Secondo i dati sull’anno di imposta 2015, in cui il Pil è cresciuto dello 0,8%, il reddito totale dichiarato è dunque stato pari a 107 miliardi di euro, con un aumento del 5,3% rispetto al 2014. Un salto verificatosi nonostante l’applicazione degli studi di settore abbia riguardato 3,4 milioni di soggetti, in calo del 5,8% rispetto all’anno precedente.
La flessione non è da imputare ad una contrazione dell’economia, ma all’introduzione del nuovo regime forfettario, che non prevede l’applicazione degli studi di settore per i soggetti che hanno aderito a tale regime semplificato.
Con oltre 44.000 euro e un aumento del 6,5%, i professionisti sono al top nella classifica dei redditi, mentre i commercianti si trovano al livello più basso con circa 22.500 euro e l’incremento più evidente, pari al 18%.
A metà strada le attività manifatturiere 37.440 euro e il settore dei servizi 27.510 euro, spiccano notai e farmacisti, ma superano la media anche odontoiatri, studi medici, commercialisti, ragionieri, consulenti finanziari ed assicurativi. A cavallo dei 10.000 euro invece molte attività commerciali: estetisti, corniciai e calzolai.
Alfredo Magnifico
Commercianti, i nuovi poveri ?
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