La possibilità di apertura serale a cena vale circa l’80% del fatturato degli agriturismi. La stima è di Coldiretti che sottolinea, ancora una volta, le grandi difficoltà che stanno vivendo le aziende agrituristiche in questo periodo segnato dall’emergenza Covid. “Parliamo di un’emergenza – afferma il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – che investe l’intera filiera agroalimentare del Paese, composta da centinaia di agricoltori, allevatori ma anche pescatori, viticoltori e casari che soffrono per una crisi sempre più forte, insieme ai ristoratori in tutta Italia”.
“Le perdite per il settore agrituristico sono così ingenti anche nella nostra regione – spiega Aniello Ascolese – che, specie da quando il Molise è stato classificato “zona rossa”, in molti preferiscono mantenere le saracinesche abbassate piuttosto che vivere la frustrazione di attendere ordinazioni che non arriveranno mai. La maggior parte dei nostri agriturismi – precisa di Direttore di Coldiretti – si trova, infatti, nelle campagne dei piccoli centri e, pur disponendo di grandi spazi che agevolerebbero il distanziamento sociale indispensabile per il contenimento dei contagi, risultano fortemente penalizzate dalla possibilità di fare ristorazione da asporto”.
Questa situazione emergenziale sta rapidissimamente aumentando le perdite economiche ed occupazionali del comparto, travolgendo a valanga interi settori dell’agroalimentare Made in Italy, dopo un anno di aperture a singhiozzo che hanno messo in ginocchio l’intera filiera dei consumi alimentari fuori casa.
Il danno per gli agriturismi è ingentissimo e rischia di far chiudere decine di attività perché non si limita solo al quasi azzeramento di fatturato nella ristorazione, ma colpisce anche l’attività di produzione. Le aziende agricole e zootecniche che gestiscono anche agriturismi devono produrre, infatti, ogni anno una quantità maggiore di alimenti, in previsione del loro impiego nell’attività di ristorazione attività che, ad oggi, risulta di fatto azzerata.
“L’auspicio – conclude Aniello Ascolese – è che anche la nostra Regione possa individuare e mettere in campo un’efficace strategia di aiuti al settore specifico, prevedendo forme di sostegno al reddito di quanti operano nella filiera; misure indispensabili alla salvaguardia di un settore produttivo che, al contrario di altri, non ha ricevuto, nemmeno nel corso del primo lockdown, alcuna forma di aiuto pur continuando ad offrire servizi e produrre cibo per l’intera collettività”.