Al via la petizione “Sì all’energia rinnovabile senza consumo di suolo agricolo” contro i pannelli solari mangia suolo. L’iniziativa, lanciata da Coldiretti Giovani Impresa, mira a combattere il rischio idrogeologico, di fronte ai cambiamenti climatici, e spingere invece il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole. La raccolta firme sarà attuata negli uffici della Coldiretti in tutta Italia, nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica oltre che on line, sul sito www.giovanimpresa.coldiretti.it.
Coldiretti Giovani Impresa chiede alle Istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra.
Preoccupati per l’emergenza climatica, i giovani agricoltori, spiega Coldiretti, intendono cogliere ogni opportunità offerta dalle tecnologie innovative, avendo come obiettivo la piena attuazione dell’accordo di Parigi sul clima e l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. “Il consumo di suolo agricolo destinato al fotovoltaico a terra – afferma Coldiretti Giovani Impresa – minaccia il futuro alle nuove generazioni di agricoltori”.
“Come giovani agricoltori, sosteniamo e promuoviamo ogni giorno l’innovazione tecnologica sostenibile, ma destinando i suoli agricoli al fotovoltaico non ci saranno più terreni da coltivare ed accelereremo la perdita di biodiversità unica del nostro Paese – spiega il delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa Molise, Mario Di Geronimo. Il suolo vocato all’agricoltura – aggiunge – appartiene agli agricoltori e la multifunzionalità energetica va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all’allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie dell’azienda, da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali”.
I giovani agricoltori della Coldiretti propongono che le Regioni e gli Enti locali identifichino nelle aree da bonificare, nei terreni abbandonati, nelle zone industriali obsolete e nei tetti delle strutture produttive anche agricole, il luogo idoneo all’installazione del fotovoltaico per la corretta produzione di energia da fonti rinnovabili.
“L’Italia – osserva ancora Mario Di Geronimo – possiede terreni non destinati all’agricoltura che potrebbero essere messi a valore con il fotovoltaico. Perché allora utilizzare terreni fertili che già producono valore economico, sociale ed ambientale, togliendo traiettorie di futuro alle nuove generazioni di agricoltori”.
L’Italia vanta oltre 822mila impianti fotovoltaici, ma è fondamentale difendere la capacità produttiva alimentare nazionale in un Paese come l’Italia in cui la superficie agricola utilizzabile si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari negli ultimi 25 anni.