Coldiretti Molise scende in campo in difesa degli agriturismi e chiede ai Sindaci della regione la proroga dei termini del pagamento nonché la diminuzione dell’ammontare della Tari. La richiesta è stata formalizzata con una missiva a firma del Direttore Regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese, e del Presidente regionale di Terranostra, associazione che riunisce gli agriturismi di Coldiretti Campagna Amica, Felice Amicone.
Nella lettera inviata ai Primi Cittadini, il Direttore Ascolese evidenzia che “la chiusura delle attività agrituristiche sta mettendo a rischio l’intero comparto legato al turismo e al territorio” e che, “per superare la crisi generata dall’emergenza Covid 19 occorrono misure finanziarie in grado di sostenere la capacità economica e produttiva delle nostre Imprese. L’agricoltura – osserva ancora Ascolese – è storicamente il settore a maggiore resilienza, ma occorre dare una mano per affrontare la tempesta, attraverso interventi pubblici che consentano alle imprese di ripartire”.
Di qui la richiesta di Coldiretti Molise alle Amministrazioni Comunali di “prevedere, relativamente alla TARI 2021 ed in aderenza alle indicazioni contenute nella nota dell’IFEL (Istituto Finanza Economia Locale), indirizzata ai Comuni Il 24 aprile 2020, misure adeguate in favore delle imprese agricole, in particolare di quelle esercenti attività agrituristica, che hanno subito, in conseguenza della crisi epidemiologica e dei provvedimenti atti a contenerla, un azzeramento della domanda e delle presenze, peraltro con una evidente diminuzione della relativa produzione di rifiuti” e dunque “deliberare sin da subito, per le stesse categorie, proroghe dei termini di pagamento dell’importo della TARI dovuta, ancorché in misura ridotta, per l’anno 2021”.
Secondo Felice Amicone, le perdite di fatturato per le aziende agrituristiche della regione nel 2020 superano il 60%. Una percentuale che per molti degli agriturismi del Molise (oltre 100 stando all’elenco pubblicato sul sito della Regione Molise) è di gran lunga più alta. Questo vuol dire – spiega Amicone – che molti non riuscendo a compensare la perdita economica rischiano concretamente la chiusura”.
“Il danno per gli agriturismi – prosegue Amicone – è ingentissimo perché non si ferma al solo calo di fatturato nella ristorazione. Infatti, le aziende agricole e zootecniche che gestiscono anche un agriturismo producono ogni anno una quantità maggiore di alimenti in previsione del loro impiego nell’attività di ristorazione; un’attività, questa, che per il 2020 è stata di fatto quasi azzerata a causa di lockdown totali e parziali, taglio di posti in sala nonché riduzione drastica degli orari di apertura; circostanze che hanno fatto aumentare moltissimo la quantità di alimenti invenduti. Inoltre – conclude Amicone – c’è da considerare che la maggior parte dei nostri agriturismi si trova nelle campagne dei piccoli centri, dunque fortemente penalizzate anche dalla possibilità di fare ristorazione da asporto”.