Codice appalti: al centro trasparenza e lotta alla corruzione

Il governo ha dato il via libera preliminare al decreto legislativo che contiene il nuovo Codice degli appalti e delle concessioni e che recepisce tre direttive europee, nel solco della delega approvata dal Parlamento a gennaio scorso.
Viene rottamata la vecchia normativa che era composta di circa 660 articoli e 1500 commi e superata la legge giudicata “fallimentare”. D’ora in poi verranno privilegiate le opere che si riterranno utili per le comunità grandi o piccole che siano.
Una nuova legge snella di 217 articoli, che verrà declinata dalle linee guida dell’autorità nazionale anti-corruzione e che prevede una cabina di regia presso la Presidenza del consiglio dei ministri. Con misure a sostegno della legalità, rafforzando il ruolo di Anac.
Legge che punta a mettere al centro la qualità del progetto della stazione appaltante e degli operatori, riducendo il ricorso alle varianti in corso d’opera che hanno fatto lievitare i costi e i tempi in passato ,che disciplina, in linea con quanto chiesto dall’Europa, i settori speciali dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali.
Il ministro Graziano Delrio, ha sottolineato che le parole chiave del nuovo Codice degli appalti e delle concessioni sono “semplificazione, trasparenza, lotta alla corruzione e qualità”. Una disciplina rinnovata che guarda all’offerta economicamente più vantaggiosa come “scelta chiave” e che relega il massimo ribasso nelle gare a “casi particolari, molto marginali” e che cerca di arginare con nuovi strumenti i contenziosi anche in fase preliminare, “anomalia” questa tutta italiana.
Alfredo Magnifico

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