Alcuni sociologi teorizzano che il cambiamento generazionale corrisponde ai cambiamenti storici e sociali, solitamente le nuove generazioni portano nel mondo nuovi modi di pensare e di fare, e tentano di fare piazza pulita di pratiche e credenze ritenute obsolete, aiutando così la società a rinnovarsi, è capitato a noi che negli anni sessantotto-settantotto abbiamo voluto dare una spallata a quelle che erano credenze e modo di vivere delle generazioni precedenti e che nei paesi del mio Molise erano retaggi millenari.
Alcuni ritengono che siano i cambiamenti sociali e politici a ridefinire le pratiche generazionali; nell’Ottocento si sviluppa come concetto meramente biologico, inizia a essere impiegato a livello sociale, con l’idea che raggruppare le generazioni in un determinato arco temporale possa aiutare a comprendere le loro caratteristiche socio-culturali e quindi i cambiamenti politici, artistici o i costumi che definivano le diverse fasi storiche.
Nei primi del Novecento inizia a farsi largo un altro concetto sociologico la “giovinezza”, con l’improvviso aumento della scolarità, che cresce enormemente, nel mondo occidentale, con i giovani che iniziano a radunarsi e confrontarsi quotidianamente fino alle superiori, dando vita alla “cultura giovanile”.
Al fine di poter ridefinire periodicamente le caratteristiche delle culture giovanili, è stato infine ideato il concetto di generazione come lo intendiamo oggi scegliendo di farle durare 15 anni.
La parola “generazione” in una struttura parentale era rappresentata da genitori, zii e zie che costituivano la vecchia generazione, mentre i figli e i cugini rappresentavano la nuova generazione, Il tempo necessario, che la nuova generazione diventasse la vecchia generazione era attorno ai trent’anni.
Poi sono subentrati nella nostra lingua gli inglesismi che hanno caratterizzato con i loro termini le generazioni e sono venuti fuori i termini; boomer, millennial e gen Z.
Baby Boomer sono la generazione nata dopo l’ultima guerra mondiale, tra il 1946 e il 1964, la Generazione X è rappresentata dai nati tra il 1965 e il 1980, i Millennials sono nati tra il 1981 e il 1996, la Generazione Z tra il 1997 e il 2012 e infine è arrivata anche la Generazione Alpha, per i nati dal 2013 a oggi.
Il termine “millennials”,per un periodo di tempo è stato utilizzato, a sproposito, come sinonimo di “giovane”, finché i millennial non sono invecchiati così si è dovuta trovare una nuova definizione per la generazione nata da metà anni Novanta, indicata con la lettera Z. Prima dei Millennial, c’era la Generazione X, prima ancora i Boomer, termine usato per indicare in generale chi non è rimasto al passo con le cose
Ad eccezione dei baby boomer, il cui arco temporale è di 18 anni, tutte le generazioni durano 15 anni, lo scopo di raggruppare delle età accomunate da sensibilità simili, in campo socio-culturale, sono convenzioni: infatti un millennial nato nel 1982 avrà molto più in comune in termini di musica, film, abbigliamento, slang e quant’altro con un Gen X del 1980 di quanto non ne abbia con uno considerato della sua stessa generazione, ma nato nel 1996.
Questa divisione è un fenomeno recente, la lettera X che dà il nome alla generazione che ha caratterizzato gli anni Ottanta e i Novanta
La domanda è se le generazioni esistano davvero (la risposta è: no), ma se questa suddivisione è utile a comprendere i fenomeni sociali la risposta è positiva, è utile ai sociologi per dotarsi di una (imprecisa) categoria attraverso la quale inquadrare alcuni fenomeni, è utile ai politici e ai loro consulenti per analizzare i temi più vicini alle varie generazioni.
Ma è utile soprattutto al mondo del marketing, che grazie alle generazioni ha trovato un modo incredibilmente funzionale di segmentare i pubblici e i consumatori in base non solo all’aspetto anagrafico, ma anche culturale, tecnologico, di sensibilità politiche, ecc.
Alfredo Magnifico