La Corte di Cassazione, V sezione penale, nella sentenza n. 11433/2016 ha respinto il ricorso avanzato dal Procuratore della Repubblica ha stabilito che “Rubare per fame non è reato”. Il fatto in questione vedeva incriminato un soggetto sorpreso a rubare generi alimentari a un banco di vendita lasciato incustodito durante la notte nel mercato di un paese. Scoperto dagli operatori, era stato conseguentemente denunciato.
Per i giudici della Suprema Corte di Cassazione tale circostanza non può essere considerata reato in quanto riguarda un fatto non grave, trattandosi di un furto di generi alimentari, peraltro solo tentato, con protagonista un individuo non pericoloso, incensurato e privo di segnalazioni negli archivi della polizia, pertanto non dedito abitualmente all’esecuzione di reati contro il patrimonio altrui.
È risultato chiaro fin da subito che il furto era stato dettato dalla fame.
I magistrati hanno motivato la decisione ritenendo che il fatto non fosse connotato da alcuna particolare gravità, trattandosi di un furto, solo tentato, di generi alimentari; inoltre, non poteva dedursi dalle circostanze del medesimo alcun sintomo di pericolosità dell’arrestato (il furto era avvenuto in ora notturna solo perché in tale momento il banco era privo di sorveglianza), tanto più che egli non era gravato precedenti penali e non era, pertanto, noto agli operanti come soggetto dedito alla consumazione di reati contro l’altrui patrimonio.
Alfredo Magnifico
Cassazione: chi ruba per fame non verrà arrestato
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