Caporalato: dipendenti invisibili e senza diritti

Fattorini di Amazon, hostess della Ryanair e Rider dietro ai nostri vantaggi e alle nostre comodità ci sono lavoratori senza volto e spesso poco o per niente tutelati.

La persona che ci consegna il libro ordinato la sera prima su Amazon, ci siamo mai chiesto quanto guadagna per questa consegna che alle 8 di mattina non è certo la prima della sua giornata? 35 centesimi, a fare bene i conti, viene pagato 7 euro l’ora (8,81 lordi), e in quell’ora – grazie all’algoritmo che gli confeziona il percorso farà circa venti consegne.

Amazon non fa consegne dirette, questo fattorino sicuramente è dipendente di una cooperativa, oppure di una srl; i prezzi orari viaggiano su quella cifra, e di conseguenza viaggia come una scheggia su e giù per la città, a bordo di un furgoncino che la sera deve tornare alla base possibilmente vuoto.

Un tizio consegna le buste del supermercato preferito, servizio fornito da diversi supermercati, (Eurospin, Carrefour, Coop, Iper, Esselunga…), si va, si sceglie, si paga e arriva a casa, il dipende dalla spesa guadagna per un valore che va da 10 a 30 euro, 5, e su su, fino a una maxi spesa da 200, dove a lui ne spettano quattordici, da pagargli alla consegna, sempre più che per Amazon, dove il driver è nelle mani di un computer.

E se decidiamo di prenotare un volo Ryanair verso Catania, 34,40 euro, prezzo molto basso ma, bassa è anche la retribuzione del personale. un assistente di volo, che vola. lavora in media 180 ore al mese (di cui 90 di volo), viene retribuito con circa 1.500 euro (a fronte dei 2.500 di tutte le altre compagnie, compresi i low cost che applicano un contratto regolare), 8,30 euro l’ora.

C’è il cane, su una piattaforma il Costo orario è di euro 11,50 di cui dieci vanno al dog sitter e 1,50 alla piattaforma.

I Rider in bicicletta sono triplicati durante la pandemia, li vediamo sfrecciare a tutte le ore, nella corsa contro il tempo per consegnare un panino al cliente, un mondo dominato da algoritmi anonimi e con aree ancora ampie di sfruttamento, ma che per alcuni rappresenta l’unica opportunità lavorativa perché nessun datore di lavoro chiede documenti, basta la disponibilità.

I rider si sentono «piccoli ingranaggi di un sistema» che li obbliga a rimanere incollati al cellulare per accaparrarsi la chiamata, a fronte di compensi bassissimi, solo 2,50 euro per corse anche di 10 chilometri.

Una recente legge europea (fra due anni) ne aumenterà la tutela riconoscendoli non più lavoratori autonomi, ma dipendenti, l’Italia forse applicherà questa normativa alla stessa maniera del Salario Minimo?

Nelle nostre vite farcite di app che forniscono servizi a tutte le ore con prezzi stracciati,questi operatori compaiono e a volte nemmeno li vediamo, lavoratori che molti definiscono “omini”, orribile definizione, spregiativa, per prestatori di servizi, mal pagati e con il rischio causa fretta di schiantarsi contro un tram, con il motto per loro coniato: correre, consegnare, guadagnare.

Alfredo Magnifico

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