Con toni trionfalistici si è annunciata la riduzione del 41% delle ore di cassa integrazione autorizzate e la riduzione delle domande di disoccupazione,dati che sembrerebbero confermare il trend di uscita dalla lunga fase negativa il mercato del lavoro italiano. Se vero si tratta di consolidare questa nuova fase, accompagnando la positiva evoluzione dello scenario economico con misure che, da una parte, utilizzino i possibili margini di flessibilità da ottenere a livello Ue per liberare risorse a sostegno della crescita, dall’altra perseguano obiettivi di riduzione fiscale per lavoratori e pensionati, a partire dal ripristino della detassazione del premio di risultato. Non va dimenticato che questi lunghi anni di crisi hanno creato centinaia di migliaia di disoccupati ai quali bisogna poter offrire tutele sia sul piano del sostegno al reddito che sul piano delle politiche attive. Vanno dunque messe a regime in tempi brevi la nuova organizzazione e le nuove norme introdotte dal decreto sulle politiche attive del lavoro appena approvato in attuazione del Jobs Act. Ma per fare questo servono maggiori risorse finanziarie, altrimenti la previsione di percorsi obbligatori di riqualificazione/ reinserimento per tutti coloro che sono in cerca di lavoro rischia di restare sulla carta. Il dato del ricorso alla Cassaintegrazione diminuisce ma aumenta il ricorso alla mobilità, che significa licenziamenti collettivi per chiusura o cessazione delle attività, aziende che sono costrette alla messa in liquidazione volontaria perché non reggono più il peso della crisi.Inoltre diventano insopportabili le forti difficoltà dei lavoratori in cassa integrazione, a causa del ritardo dei pagamenti da parte degli Enti pagatori e il forte ritardo per l’approvazione degli ammortizzatori in deroga che lasciano senza emolumenti mensili anche lavoratori che sono obbligati per legge a prestare attività lavorative. Il persistere di questa situazione sta portando al collasso il sistema sociale.Vanno stanziate, con la prossima legge di stabilità, risorse sufficienti a tutelare i lavoratori delle piccole imprese fino a quando non funzioneranno i nuovi Fondi di solidarietà previsti dal decreto di riordino della cassa integrazione.
Alfredo Magnifico
Cala la CIGS, aumentano mobilità e licenziamenti per chiusura aziende
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