Presentato il bilancio sociale dell’Inps del 2014 dal quale risulta che diminuiscono le nuove pensioni previdenziali, sia nel numero che nell’importo complessivamente erogato. Il 42,5% dei pensionati italiani (6,5 milioni di persone), ha un reddito da pensione inferiore ai 1.000 euro e 1,88 milioni di pensionati (12,1%) che hanno assegni inferiori ai 500 euro. Gli effetti della riforma Fornero si vedono nei numeri dell’Istituto: le nuove pensioni previdenziali liquidate nel 2014 ammontano a quasi 560.000, con un decremento rispetto all’anno precedente sia nel numero, sia nell’importo complessivamente erogato. Le nuove pensioni di vecchiaia (131.641) diminuiscono complessivamente del 12,6%, come anche la spesa annua pari a circa 1,4 miliardi, (-9,9%) mentre il valore medio dell’assegno aumenta del 3%.
Per le pensioni di anzianità l’età media dei nuovi pensionati sale nel 2014 a 59,7 anni tra i dipendenti privati, a 61,3 anni tra i dipendenti pubblici e a 60,2 tra i lavoratori autonomi,per le pensioni di vecchiaia si registra un aumento dell’età media, rispetto al 2013, con valori che si presentano pari a 64,9 anni nel settore privato, 65,3 anni nel settore pubblico e 66,2 anni per i lavoratori autonomi. Altri effetti della riforma Fornero; volano le pensioni di anzianità tra gennaio e settembre a 109.796 pensioni anticipate rispetto all’età di vecchiaia contro le 84.840 dell’intero 2014.L’incremento rilevato “dipende essenzialmente dalla normativa introdotta con la legge 214/2011 che, avendo aumentato i requisiti contributivi per il diritto alla pensione anticipata, ha di fatto causato un blocco dei pensionamenti di anzianità: nel 2015 un numero consistente di soggetti ha potuto raggiungere la maggiore anzianità richiesta per questo tipo di trattamento.
Per quanto riguarda le donne inoltre, un notevole incremento dei trattamenti di anzianità è determinato dalla scelta dell’opzione donna”.Le entrate correnti ammontano a circa 314 miliardi, dei quali 211 miliardi (+0,6% rispetto al 2013) derivano da quelle contributive e quasi 98 miliardi dai trasferimenti dal Bilancio dello Stato. Il saldo tra entrate ed uscite evidenzia un disavanzo complessivo di 7 miliardi, determinato per lo più dalla parte corrente.L’anno scorso il flusso di lavoratori in cassa integrazione è stato di 1,2 milioni con un calo del 21,3% sul 2013, la spesa complessiva per ammortizzatori sociali nell’anno è stata pari a 22,6 miliardi con un calo del 4,2% sul 2013. Compresi i contributi figurativi per la cig si sono spesi 6,1 miliardi (-8,8%); per le indennità di disoccupazione si sono spesi 13,1 miliardi (-3,6%, tre milioni di persone interessate); per la mobilità si sono spesi 3,4 miliardi (+2,7%).–Alfredo Magnifico-