Bankitalia/una persona su 4 era a rischio povertà nel 2016

Secondo un’indagine effettuata dal centro studi di Bankitalia quasi una persona su 4 era a rischio povertà nel 2016.
La ricerca che è stata fatta sui bilanci delle famiglie ha registrato degli allarmanti peggioramenti con un record negativo che non si toccava dall’89, la quota di individui con un reddito inferiore al 60% di quello mediano (circa 830 euro mensili nel 2016) è salita al massimo storico del 23% dal 19,6% del 2006.
L’indicatore che meglio approssima il benessere economico individuale, tenendo conto della dimensione familiare e delle economie di scala che ne derivano, è salito a circa 18.600 euro, il 3,5% in più rispetto a due anni prima. L’andamento favorevole del reddito equivalente si è accompagnato con la ripresa mentre sale la quota di famiglie che hanno dichiarato di essere riuscite a risparmiare parte del loro reddito ( dal 27 al 33 per cento).
Tra le famiglie appartenenti al 30% con reddito più basso è cresciuta la quota di quelle che hanno dichiarato di aver fatto ricorso ai risparmi o di essersi indebitate per finanziare la propria spesa, mentre è diminuita la quota di famiglie che nel 2017 hanno dichiarato di arrivare a fine mese con difficoltà (al 31 dal 35 per cento di due anni prima); il calo è stato più evidente tra le famiglie con redditi al di sotto di quello mediano.
La crescita della disuguaglianza è più elevata tra le famiglie con un capofamiglia giovane (per quelli fino ai 35 anni si passa dal 22,6% del 2006 al 29,7% nel 2016 mentre per quelli tra i 35 e i 45 anni dal 18,9% al 30,3%), meno istruito, nato all’estero o famiglie residenti nel Mezzogiorno.
Nel 2016 era a rischio povertà il 39,4% degli individui con capofamiglia residente al Sud (39,5% nel 2006).
Secondo l’indagine il 30% più ricco delle famiglie ha circa il 75% del patrimonio netto rilevato con una ricchezza netta media di 510.000 euro, oltre il 40% di questa quota è detenuta dal 5% più ricco, con un patrimonio netto pari a 1,3 milioni di euro.
Al 30% delle famiglie più povere invece l’1% della ricchezza.
Tra il 2014 e il 2016 la ricchezza netta degli italiani è diminuita del 5%, quasi interamente per il calo del prezzo delle case.
La quota di famiglie proprietarie dell’abitazione di residenza è rimasta sostanzialmente stabile rispetto al 2006.
Alla fine del 2016, quasi il 70% delle famiglie italiane possedeva l’abitazione di residenza e circa un quarto di esse possedeva anche altri immobili; solo il 2% delle famiglie possedeva immobili che non comprendevano l’abitazione principale.
Nel caso degli immigrati l’incidenza di questa condizione è salita dal 34% al 55%, una crescita notevole del rischio povertà si è avuta anche al nord (dall’8,3% al 15%).
Alfredo Magnifico

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