Ogni atto tributario (sia che si tratti di accertamenti fiscali dell’Agenzia delle Entrate che di cartelle di pagamento o altri atti esattoriali) deve permettere al contribuente di comprendere chiaramente la natura e l’ammontare della pretesa. Diversamente l’atto è illegittimo e quindi è nullo. A tali conclusioni è giunta la Suprema Corte, la quale in una recentissima sentenza ha chiarito che “l’obbligo di motivazione dell’atto impositivo persegue il fine di porre il contribuente in condizione di conoscere la pretesa impositiva in misura tale da consentirgli sia di valutare l’opportunità di esperire l’impugnazione giudiziale, sia, in caso positivo, di contestare efficacemente l’an e il quantum debeatur.
http://www.negozioperleimprese.it/2013/10/04/atto-tributario-illegittimo-se-non-ce-la-motivazione/