Riceviamo e pubblichiamo
Il bilancio del 2017 si chiude con una media annua di 172 mila posti di lavoro salvaguardati dalla cassa integrazione, con un potenziale perdita di 112 mila posti di lavoro rispetto all’anno precedente. Il riscontro proveniente dai dati, sempre più vicini ai valori del 2008, mostra però un indicatore di persistente malessere delle aziende laddove le ore di cassa integrazione straordinaria vedono, rispetto a tale anno, un aumento del 150,3% . Chiaramente questi dati vanno aggregati anche con quelli provenienti dal Fondo di Integrazione Salariale (FIS) che, ad oggi, vede oltre 13,3 milioni di ore autorizzate e un montante di richieste per 100 mila lavoratori, in continuo aumento dall’entrata in vigore dello strumento.
“Ci domandiamo, esordisce il segretario Confederale UIL, Guglielmo LOY, se la flessione della cassa integrazione, che potrebbe essere considerato elemento positivo, coniugata però all’aumento delle domande di disoccupazione, abbia una ragion d’essere anche nella recente e stringente riforma degli ammortizzatori sociali (minore durata, maggior costo per le imprese, riduzione delle casistiche “autorizzabili”) e se, quindi si possa interpretare la riduzione della cassa integrazione solo in senso di risalita, lenta ed ancora insufficiente, del sistema economico produttivo. Grazie alla denuncia ed alle proposte della Uil con la recente legge di bilancio sono state apportate modifiche significative, anche se da completare, per rendere meno complesso l’utilizzo di importanti strumenti di protezione sociale come gli ammortizzatori in generale e la Cassa Straordinaria in particolare. La ripresa economica sarà, purtroppo, caratterizzata ancora dal permanere di numerose crisi aziendali che necessitano di strumenti adatti a coniugare il rilancio con la tutela delle persone che vi lavorano”.
I numeri del Molise, invece, sono esaminati dalla Segretaria Tecla Boccardo che specifica come “Il Molise nell’utilizzo di ore di cassa integrazione nel mese di dicembre abbia segnato il record nazionale con un +660,5% di incremento rispetto al mese precedente, passando dalle 79.000 ore di novembre alle 605.000 di dicembre. Un’azione questa, che ha salvaguardato centinaia di posti di lavoro nei più disparati settori che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali. Altro dato interessante è la differenza complessiva sull’utilizzo della Cassa integrazione negli anni 2016 e 2017: ebbene, al netto di alcune variazioni tra quella ordinaria, quella straordinaria e quella in deroga, si riscontra un utilizzo inferiore soltanto dell’1,3% nell’ultimo anno rispetto al precedente, rispetto ad un calo medio nazionale di quasi il 40%. Sicuramente interessante, poi, il dato delle ore di cassa integrazione che si rilevano rispetto ai diversi settori produttivi, uguali in termini di utilizzo complessivo, ma differenti nei settori: l’industria rimane il comparto in cui più sono utilizzati gli ammortizzatori, ma il dato è pressoché identico tra il 2016 e il 2017. Una forte flessione negativa, invece, la si riscontra nell’edilizia dove da scarse 160.000 ore di cassa del 2016, ne troviamo quasi 250.000 nell’anno appena trascorso. Segno questo, di come il settore edile, strategico e fondamentale per la tenuta economica e sociale della nostra regione, abbia pagato ancora fortemente gli effetti della crisi. L’Artigianato, invece, ossia la nostra tradizione manifatturiera, ha segnato uno slancio positivo con una calo del 90% della richiesta di autorizzazione rispetto alla cassa. Almeno un comparto, quindi, si è riuscito a distinguere in positivo rispetto alla lenta ripresa economica, sicuramente grazie alle proprie forze, professionalità e risorse interne, considerato che ad oggi il mondo dell’Artigianato è quello che ancora non vede interventi strutturali impattanti a proprio favore”.
In questo report sono esaminati anche i dati sul Fondo integrazione Salariale di gestione dell’Inps, operativo dal 1 gennaio 2016. Il FIS eroga strumenti di sostegno al reddito, in costanza di rapporto di lavoro ai dipendenti (anche apprendisti) di datori di lavoro che occupano oltre 5 dipendenti ed operanti in settori non coperti dalla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa. Le prestazioni che offre sono: l’assegno ordinario ricolto ad aziende oltre 15 dipendenti, erogato in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa per cause previste dalla normativa in materia di integrazione salariale ordinaria o straordinaria e l’assegno di solidarietà che interessa aziende da 6 a 15 dipendenti volto ad evitare o ridurre le eccedenze di personale nel corso della procedura di licenziamento collettivo o per evitare licenziamenti plurimi individuali per giustificato motivo oggettivo. In Italia, specifica il Segretario LOY, dall’ultimo monitoraggio (dati al 9 gennaio 2018), risultano pervenute 3.003 domande, di cui 1.544 per “assegno di solidarietà” e 1.459 per “assegno ordinario”. Ne sono state definite 2.208 di cui 1.403 autorizzate, 680 respinte e le restanti in attesa di elaborazione/istruttoria per un ammontare complessivo di ore autorizzate pari a 13,3 milioni (il 53,4% di quelle richieste) per un importo autorizzato di 130,6 milioni di euro. I lavoratori per i quali è stata fatta richiesta sono circa 100 mila, con Piemonte, Veneto, Lazio e Lombardia ad avere richiesto maggiormente questo strumento. Anche qui, conclude Boccardo, il Molise in termini proporzionali ha sollecitato significativamente l’intervento del Fondo per erogazioni pari a circa 550.000 euro. Dunque, per quanto si possa parlare di ripresa, i numeri confermano che essa se c’è singhiozza e ancora non ha un percorso stabile e continuo. Se le domande di ammortizzatori di vario genere restano in variate nel 2017 rispetto al 2016, in riferimento a diversi settori, conferma che quanto diciamo da mesi è evidente: il cammino è ancora lungo e bisogna fare di più e meglio. L’auspicio è che le imminenti campagne elettorali, oltre alle più disparate promesse che ci stanno regalando tutti gli schieramenti, non distolgano troppo chi governa dalla complessa situazione in cui ancora ci troviamo, affinché si mettano in campo rapidamente iniziative tangibili e strutturali, puntando su pochi ma qualificati progetti che possano indirizzare il Molise verso un futuro di sviluppo reale”.