Amazon crea o distrugge lavoro?

Amazon crea più posti di lavoro di quanti ne distrugge? La domanda che si è posta il sito Quarz.com ha analizzato il numero di posti di lavoro creati dal colosso di Jeff Bezos negli ultimi anni, paragonandoli a quelli che ha cancellato, soprattutto riferito al numero di robot che gradualmente ha cominciato ad impiegare nelle diverse attività, sostituendo lavoro umano.
Dai dati viene fuori che Amazon cresce del 40% anno su anno, ottavo più grande datore di lavoro privato negli Stati Uniti alla fine del 2016 ed ha annunciato l’intenzione di costruire una seconda sede statunitense che impiegherà 50.000 dipendenti.
Amazon ha annunciato i suoi ambiziosi traguardi nell’automazione trasformando il lavoro svolto dagli uomini in lavoro svolto da droni, che sostituiscono spedizionieri e magazzinier.
Nonostante l’incessante assunzione di migliaia di nuovi dipendenti, molte professioni stanno lasciando sempre più spazio al lavoro dei robot, in questa scia si inserisce la crescita del gigante del commercio on line che con il suo sviluppo non ha mitigato la perdita di posti nel settore che ha contribuito a distruggere. ,circa ventiquattromila
Nel 2012 Amazon ha acquisito Kiva Systems, società specializzata nello sviluppo di robot per magazzini, per automatizzare le operazioni di gestione degli ordini.
Nel 2015 la simbiosi fra uomini e macchine proliferava con 2.000 robot impegnati a lavorare al fianco di esseri umani per tenere il magazzino in ordine.
L’anno scorso, Amazon ha siglato un accordo con il Regno Unito per testare i suoi droni spedizionieri ed ha effettuato la sua prima consegna merci via drone.
Oggi, sul finire del 2017, Amazon ha aggiunto ben 55.000 robot alle sue file, più che raddoppiando il numero complessivo di robot in suo possesso nel 2016.
Sulla base delle stime di Quartz, entro la fine dell’anno i robot potrebbero ammontare al 20 per cento della forza lavoro della società.
La crescita di Amazon ha un prezzo”, scrive Quarz.com. “Supponendo che le attuali tendenze del settore continuino fino alla fine dell’anno, il numero di dipendenti nella vendita al dettaglio crolleranno dell’1% anno su anno”. Sembra una piccola percentuale, ma si tratta di una perdita di lavoro pari a 170.000 persone l’anno.
Alfredo Magnifico

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